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    Sampmania: un bel bagno di umiltà

    Sampmania: un bel bagno di umiltà

    • Lorenzo Montaldo
    Un bel bagno di umiltà. Necessario, si spera catartico, sicuramente raggelante. Sampdoria-Sassuolo è soltanto questo. Non c'è altro da salvare, nello sciagurato pomeriggio di Marassi. Neppure i singoli giocatori, tolti Bereszynski, Viviano e Torreira, men che meno il gioco – o meglio, il non gioco – espresso dalla formazione  di Giampaolo. Spiace tantissimo scriverlo, ma il Doria ieri ciondolava per il campo senza idee, senza mordente, sotto ritmo per tutti e novanta i minuti. I blucerchiati non hanno azzeccato nulla per oltre un'ora e mezza: passaggi imprecisi, specie quelli negli ultimi trenta metri, cross sballati, possesso palla sterile, fraseggio imballato a centrocampo e conclusioni fuori misura. C'è tutto quello che non si deve fare su un campo, in Samp-Sassuolo 0-1. La squadra genovese si presenta all'appuntamento incerottata, martoriata da tanti problemi fisici e costellata di giocatori non al meglio della condizione: quando finisce la 17° giornata di Serie A, la Samp ha la testa fasciata dal pugno di Matri e le ossa rotte dalla terza sconfitta in campionato nelle ultime quattro gare. 

    Occorre recuperare l'umiltà. La stessa umiltà che Beppe Iachini, allenatore vero e uomo tutto d'un pezzo, insegna al Ferraris alla Sampdoria. Quel Beppe Iachini che ringrazia la Sud prima e soprattutto dopo il match, ma che nel frattempo rifila una lezione di tattica e intelligenza a una formazione decisamente più forte per quanto riguarda i calciatori presi uno ad uno. L'ex mister di Palermo e Udinese prepara un trappolone con i fiocchi al collega Giampaolo. Densità in mezzo al campo, difesa stretta e tanta corsa sugli esterni sono le armi su cui Iachini costruisce il successo; la retroguardia blucerchiata soffre la velocità di Politano, il dinamismo di Duncan e il cinismo di un Matri che segna un gol bellissimo e molto, molto difficile. Il Sassuolo che abbatte la Samp è una diretta propaggine del suo allenatore: rispetta l'avversario, ma non snatura le sue peculiarità. Non cede un centimetro, gioca forte sino al novantesimo e si merita i tre punti. Eccome se li merita.

    Un semplice pareggio non sarebbe bastato alla Samp, ma si sarebbe rivelato oro colato per il morale e pure per la classifica in virtù degli altri risultati. Ma da qualche tempo, gli ultimi minuti sono un calvario per Quagliarella e compagni, che comunque hanno evidenti difficoltà quando si tratta di amministrare un risultato. Il concetto base da cui ripartire, ripetiamolo per bene così da lasciarlo impresso nella testa, è l'umità; che non è paura, o reverenza, bensì essere consapevoli del fatto che battere la Juve e il Milan non significa guadagnarsi di diritto un posto tra le migliori squadre del campionato. Un bel bagno di umiltà, però, se lo devono fare anche alcuni tifosi: quelli che parlano di retrocessione con una squadra sesta in classifica, quelli che esasperano i toni e parlano di salvezza affannosa, quelli che chiamano Giampaolo 'mister esonero' e lo definiscono un allenatore incapace e che vive 'solo di culo'. Credo siano gli stessi che qualche settimana fa inseguivano la Champions. Sono un fiero oppositore del bipolarismo, dell'ondivago veleggiare tra esaltazione e depressione più cupa. Credo esistano anche i grigi, anzi, penso che la maturità stia tutta lì: imparare ad accettare i propri limiti, capire che non si deve ondeggiare tra il bianco e nero. Questa Samp può riprendersi? Io penso di sì, a patto che alcuni giocatori recuperino la migliore forma fisica e se altri – penso ad esempio a Zapata, Quagliarella, Praet, o Strinic – riusciranno a rifiatare. Ma prima tratteniamo il respiro, riempiamo i polmoni d'aria e immergiamoci a fondo nella tinozza di umità che Beppe Iachini ha abbadonato in mezzo al prato del Ferraris. Vuoi vedere che il mister, alla fine, ci ha lasciato un ultimo regalo? 

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    @MontaldoLorenzo

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