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Sampmania: giusto alzare la voce, ma per l'ennesima volta buttiamo via la Coppa
La Coppa Italia ha un format terribile. Non lo scopriamo oggi, ma è soltanto dopo Fiorentina-Samp che ci rendiamo conto di quanto possa pesare un'organizzazione del torneo di questo tipo. Partita secca in casa della squadra meglio qualificata, ma c'è davvero qualcuno che può pensare di rendere solo vagamente interessante un torneo con una soluzione del genere? Lo pensavo prima di Samp-Pescara, a maggior ragione ne sono convinto dopo il match del Franchi. Con una gara di ritorno, e due gol in trasferta, gli ottavi di finale avrebbero tutto un altro gusto. Difficile collocare altre partite in un calendario già costipato e pieno all'inverosimile, un calendario dove un Sampdoria-Roma del 9 settembre viene recuperata il 24 gennaio, a 4 giorni dalla stessa gara di ritorno. Una follia, un controsenso bello e buono, ma appigliarsi al regolamento non serve, è inutile e controproducente. Così come è insensato andare a argomentare su due rigori magari discutibili (neppure troppo, a essere sinceri) ma appellarsi all'arbitro e al Var in queste situazioni non fa bene: la Sampdoria ha buttato via la Coppa Italia da sola. Era un torneo storicamente foriero di ottimi risultati e soddisfazioni per i blucerchiati, negli ultimi anni ci sta facendo collezionare una serie di fallimenti davvero importanti.
La Sampdoria ha cestinato i quarti di finale per gli errori dei singoli (Regini che si fa bruciare da Babacar e causa un rigore, Murru che mette la mano dove non dovrebbe, Puggioni non perfetto in occasione dell'1-0 viola), ma soprattutto perchè l'undici blucerchiato visto al Franchi non si è rivelato una squadra. Almeno nel primo tempo, quando Barreto ha trovato un gol piuttosto fortunato e, lasciatemelo dire, immeritato per quello che la Samp aveva fatto vedere nell'arco dei 45 minuti. Meglio la ripresa, è fuori di dubbio ma tutti, davvero tutti, hanno giocato al di sotto delle loro possibilità. Lo Zapata è il lontano parente del panterone che schiantava la Juventus, Ricky Alvarez ha passeggiato per il campo sino al momento della sostituzione, Capezzi non è ancora pronto a sopportare il fardello di un eventuale addio di Torreira e Caprari, per quanto intraprendente – abbiamo scoperto una sua nuova abilità, il calcio piazzato – è ancora lontano dal miglior Quagliarella. E questa considerazione apre un'altra prospettiva: la Samp, come il Napoli di Sarri, ha una panchina corta. Non lo avremmo detto soltanto un mese fa, ma dopo le ultime uscite pare piuttosto evidente. Se si vuole sognare in grande, se si hanno obiettivi gloriosi e ambiziosi, non si può prescindere da rincalzi all'altezza. Su questo aspetto bisognerà concentrarsi a gennaio: la Samp ha necessità di giocatori in grado di far rifiatare le prime scelte per puntare all'Europa.
Deprimersi eccessivamente nelle sconfitte, e ugualmente esaltarsi per i successi, è controproducente. E bene ha fatto Giampaolo ad alzare la voce nel post partita. Ma se la Samp è fuori dalla Coppa, appelliamoci soltanto alle distrazioni e a un periodo storto sotto tutti i punti di vista. "Al Sassuolo penseremo da domani", ha detto Giampaolo, "adesso la ferita e la rabbia sono ancora grosse". Anche per noi è così: una buona partita con i neroverdi, probabilmente, potrebbe aiutare digerire il boccone che non ci va giù. Ma l'amaro in bocca, quello resterà per un bel po'.