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  • Sampmania: trova le differenze

    Sampmania: trova le differenze

    • Lorenzo Montaldo
    Uh che noia il gioco di Giampaolo! Che pizza i passaggetti in difesa. Ma che sonno fa venire il tiki taka a centrocampo, la sfilza di tocchetti e appoggi all’uomo vicino. Vuoi mettere il lancio in verticale, il contropiede spinto, il calcione per la spizzata di Thorsby. E poi, ha 'sta faccia triste, smorta, con ‘sta barba incolta. Sembra un becchino. Già. Tombola. Complimenti. Ah, postilla: sono tutte frasi lette davvero, qua e là sui social. 

    Che pomeriggio di goduria! Che bella giornata, ieri! Mi avessero dato un foglio bianco, una penna e la consegna ‘Scrivi il tuo ideale Samp-Empoli’, non avrei saputo fare di meglio. Due a zero in mezz’ora, formazione unita e sempre in controllo, pubblico presente e rumoroso, squadra trascinata dalla Sud e Sud trascinata dai giocatori in campo… Ditemi, cosa volete di più? Ve lo dico io cosa si poteva sognare, oltre a tutto ciò: un presidente osannato da un’intera Gradinata, finalmente ritornata orgogliosa della figura che la rappresenta. 

    La passerella di Marco Lanna sotto alla Sud mi ha aperto il cuore. Erano anni che non avvertivo questo calore dentro, una simile unità di intenti e una condivisione così profonda di obiettivi e visione del mondo, inteso come calcio e tifo. La dicotomia con il passato è abbacinante. Avete presente il gioco 'trova le differenze'? Con buona pace di chi ancora non si rassegna, o ritiene ‘messianica’ e ingiustificata l’adorazione dei sostenitori blucerchiati per Lanna. Mi dispiace, ma se non riuscite a interiorizzare un concetto così semplice, se non riuscite a comprendere cosa sta alla base di tali sentimenti, probabilmente non capite molto di pallone, di certo non capite niente di Sampdoria, di quello che è stata e di quello che stava diventando. Forse il problema più grosso degli ultimi dieci anni (non sette, dieci) è stato proprio questo.

    Ieri Giampaolo in panchina ha orchestrato una Sampdoria quasi perfetta, scontando l’assenza di Sensi, Gabbiadini e Yoshida senza la minima difficoltà. Alla faccia di chi lo definiva talebano e fissato, ha iniziato la gara della vita della Samp - perché lo era, ora lo possiamo ammettere - con l’amato 4-3-1-2, poi si è coperto con la difesa a cinque, e pian piano ha rimpolpato il centrocampo sottraendo gradatamente elementi offensivi senza schock termici o improvvisi stravolgimenti. La Samp è scivolata praticamente ad un 5-4-1 senza accorgersene, in maniera naturale e fluida, mantenendo salda la presa sul timone del match. 

    Stupirsi per la rinascita di Quagliarella è limitante. No, la Samp non è solo la doppietta di Quagliarella. E’ Candreva che interpreta il ruolo di mezz’ala meglio di come facesse l’esterno, è Murru trasfigurato, è Bereszynski in grado di occupare indifferentemente la posizione di terzino o di centrale. E’ Colley gigantesco, quasi perfetto, è Ferrari rinato e Sabiri già calato nella realtà del trequartista griffato Giampaolo. E’ Ekdal che non fa mai la cosa sbagliata, ed è Caputo che apre gli spazi per il capitano blucerchiato. Certo, la Samp è ANCHE il suo eterno trentanovenne, capace di marcare una doppietta dal peso specifico del piombo. ‘Anche’, appunto, non ‘solo’. E guai a sottovalutare l’avversaria. L’Empoli ha individualità inferiori rispetto ai genovesi, ma è solida, organizzata e ben messa in campo. Niente a che vedere, tanto per dirne una, con il Cagliari, con tutto il rispetto per i rossoblù. Eppure Samp-Cagliari l’hai persa. Samp-Empoli invece l’hai addomesticata, ammansita e domata senza patemi.

    L’aspetto più rassicurante, a mio modo di vedere, è che la Samp adesso dà l’impressione di potersela giocare con tutte. Non so voi, io se penso a Bergamo, so di poter perdere, ma sono altrettanto sicuro di poter affrontare l’Atalanta a viso aperto, e magari di prendere pure dei punti. Prima non era così, e già una simile riflessione suona come un mezzo miracolo. Giampaolo, appena arrivato a Genova, aveva insistito sull’aspetto dei tifosi allo stadio. Li voleva a tutti i costi. Lo ha detto e ribadito in ogni modo. In cambio, ha proposto due vittorie casalinghe, con 6 gol fatti e neppure uno subito. Gli manca solo un successo per pareggiare il conteggio del predecessore tra le mura del Ferraris. E’ solo un caso? Se per voi l’organizzazione difensiva, le sovrapposizioni sulle corsie, il fraseggio intelligente e sempre mirato all’apertura dello spazio, i triangoli costanti e i movimenti ad aprire spazi e terreno fertile sono fortuna o episodi allora sì, è un caso. Viceversa, se ritenete ci sia altro alla base, una cosetta chiamata ‘competenza’, benvenuti a Giampaololandia. Forse lo avevo già chiesto, in un altro Sampmania: oggi niente ironie sul Maestro?

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