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Sampmania: perchè Massimo Ferrero è così nervoso?
Quello che trovo interessante, perchè riguarda la Sampdoria, è il gesto in sé. Se Ferrero si è lasciato andare ad un'altra caduta di stile, evidentemente deve sentirsi particolarmente sotto stress. Per certi versi lo capisco pure. Non deve essere semplice gestire una situazione mediaticamente scottante come il possibile passaggio di mano di una società calcistica. Al di là delle valutazioni meramente economiche, trascurando il fatto che si discuta di decine di milioni di euro, si tratta di un argomento che comprende la sfera affettiva di, quanti? Centomila? Duecentomila? Cinquecentomila persone? Ora, io ipotizzo – ma anche questo è un mio parere – che un imprenditore come il Viperetta se ne freghi, per certi versi anche legittimamente dal suo punto di vista, degli affetti dei tifosi. Però si tratta anche di un elemento di cui il patron doriano deve per forza di cose tenere conto, perchè produce una pressione insostenibile, capace addirittura di spostare gli equilibri e le valutazioni di un affare da oltre cento milioni di euro. Le emozioni e le speranze di alcune centinaia di migliaia di persone credo che riescano a penetrare persino nelle stanze asettiche dove si analizzano bilanci, ammortamenti e altre dozzine di parole noiose. Non perchè certi professionisti si lascino influenzare dalle passioni, tutt'altro, ma perchè la bilancia economica tiene conto anche di questi fattori esterni.
Ecco, da qualche tempo Massimo Ferrero mi sembra particolarmente nervoso. Il piccolo caso di domenica scorsa è stato soltanto l'ultimo. Prima c'era stata la furiosa litigata con Sabatini, poi la caduta di stile sul sogno della presidenza della Roma, alcune uscite tutt'altro che eleganti riferite a Vialli e Mantovani, altre alla città di Genova... Insomma, di recente il numero uno della Samp pare decisamente meno controllato pure per i suoi standard. Un contrasto che stride, dal momento che per alcuni mesi era rimasto stranamente sottotono, quasi dimesso rispetto al suo tipico personaggio. Certe sparate dell'ultimo periodo, diciamo la verità, hanno dato chiaramente l'impressione di essere il suo modo per dare l'addio alla città e alla squadra che per cinque anni sono state la sua casa e la sua principale e unica occupazione. Quantomeno io le avevo lette in questo modo. Ferrero grazie alla Sampdoria è diventato famoso, probabilmente anche più ricco, ma tutto ciò gli è costato sicuramente tempo e energie nervose, nessuno lo mette in dubbio.
In questo senso, credo che la tensione sia normale conseguenza del fatto di essere entrati in una fase cruciale della trattativa sulla cessione. In effetti, il dilemma è bello grosso: da una parte ci sono i soldi, tanti, e secondo me pure l'intenzione di vendere. Dall'altra c'è la difficoltà di abbandonare una situazione che ha generato fama, successo imprenditoriale e la possibilità di espandere e creare una fitta rete di contatti e relazioni. E qui mi ricollego al secondo punto che penso valga la pena analizzare: trovo strano che una società, per quanto appetibile, sia passata dal non avere aspiranti proprietari ad avere ben due, se non tre cordate interessate a rilevarla giocando al rialzo. Se le cose stessero realmente così, perchè essere nervosi? Ferrero si troverebbe nella situazione potenzialmente ideale: potrebbe fare il prezzo in assoluta libertà, lasciando i pretendenti liberi di scannarsi in una sorta di asta. Non so voi, io mi sentirei particolarmente sereno.
Ci sarebbe anche un altro aspetto che penso sia degno di interesse, e riguarda i tifosi, che aspettano spasmodicamente notizie sulla cessione. Sarebbe interessante andare a capire quali sono i motivi alla base della passione – che io condivido, sia chiaro – per Luca Vialli. Non penso possa bastare lo stile e la serietà di un personaggio sempre molto amato a Genova per giustificare la spinta popolare nei suoi confronti. Sarà mica che anche quelli che si dicono ormai disincantati e apatici, sotto sotto hanno ancora voglia di sognare con il calcio, e nessuno meglio del bomber della Sampd'Oro può incarnare questo spirito? Forse, sotto la cenere della passione per i conti e bilanci in ordine cova ancora una brace di legittima ambizione? Servirebbero altre due pagine per sviscerare questo tema, e questo Sampmania diventerebbe un pippotto troppo pesante da leggere. Stiamo già vivendo un periodo troppo complicato: tra fondi, ex bomber, arabi e miliardari non ci si capisce più nulla. Come disse il buon Malesani, “E' una jungla”. A questo punto perchè non proporre una maxi coalizione? Diamo la Sampdoria ad una cordata arabo-europea, composta da principi sauditi, Dinan, Knaster e ci infiliamo di mezzo anche Edoardo Garrone, perché no. Ci compriamo Neymar e lo teniamo a giocare alla Sciorba, magari Giampaolo nel frattempo lo adatta mezz'ala e gli instilla le conoscenze. Scherzo eh mister, resto un suo fedele sostenitore. Nella prossima campagna acquisti invece facciamo arrivare Thor, Hulk, Vedova Nera e Iron Man. In porta ci mettiamo l'Uomo Ragno (non Zenga) e Capitan America lo piazziamo nel chiosco del nuovo Ferraris a vendere hot dog, mentre John Snow lo sistemiamo al bancone dei gelati. In attacco però ci lasciamo Quagliarella, più forti non me ne vengono in mente altri...
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