Redazione Calciomercato
Sampmania: la signora borghese e l'accattone
E’ tutto sbagliato. In questa annata, in questa stagione, in questi ultimi dieci anni. E’ tutto sbagliato, non c’è niente che abbia senso e, per quanto mi riguarda, vorrei chiudere gli occhi e riaprirli al 10 giugno, quando magari - ma non ne sono troppo sicuro - ci verrà concessa la dignità della fine. E’ tutto sbagliato: non saprei neppure da che parte cominciare per una carrellata di tutto il disagio provato di recente. Non ho neppure voglia di ripercorrerlo. Lasciamo stare. L’unico desiderio adesso sarebbe quello di spazzare via, con un colpo di spugna, tutto quanto: una società che non ci rappresenta, una squadra indecorosa, un finale osceno.
Mentre volano gli stracci, la Sampdoria va a picco e, come ultima beffa, obbligherà i suoi tifosi a sorbirsi ancora sei ‘pasillos de (dis)honor’ da qui al termine della stagione. Si esporrà al pubblico ludibrio mentre tutti i media nazionali, distrattamente, la tratteranno con quell’imbarazzo misto a malcelato disgusto che di solito una signora borghese riserva all’accattone che le chiede l’elemosina, mentre lei si sta gustando il suo aperitivo a bordo piscina. Mi raccomando, adesso ancora applausi al Ferraris, sostegno incondizionato e qualunquismi sulla maglia sudata. Le istituzioni calcistiche sono a disagio per la situazione della Sampdoria? Aumentiamola ancora di più, questa vergogna. Un genovese - e me ne frego se era genoano - cantava, guardacaso nella Canzone del Maggio, “Per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”. Ecco, anche se ora ve ne fregate, voi quella notte, anzi, quel giorno di giugno 2014, c’eravate.
Stankovic, in una delirante conferenza stampa pre partita (contenente anche altre perle come “Se avessimo 6 o 7 punti in più, saremmo in lotta per la salvezza, parente stretta dell’altro aulico aforisma “Se mia nonna avesse le ruote, sarebbe un carretto”), aveva detto “Il vero fallimento sarebbe non lottare”. Bene, ora forse si è reso conto anche lui che non è fallita soltanto la sua esperienza sulla panchina, bensì l’intera Sampdoria. Adesso deve soltanto pronunciarla Lanna, quella parola che sembra un tabù e invece è l’elefante nella stanza. Basta frasi fatte, dichiarazioni precompilate, banalità varie. Toccherà a lui, che per me non se lo merita, in un mondo giusto spetterebbe all'ex presidente, l’onere di sputarla fuori. Poi potremo finalmente chiudere gli occhi, e smetterla di infliggerci questa sofferenza.
@lorenzo_montaldo
@MontaldoLorenzo