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Sampmania: la partita? No, parliamo di Giampaolo
Logicamente una squadra che ormai da parecchie stagioni si limita a questo tipo di ambizioni va benone, evviva la continuità, per carità, ma non aspettiamoci che esalti la tifoseria. Ciò di cui a volte non teniamo conto invece è che questi stimoli limitati si sentono eccome anche in sede di calciomercato. L'attuale Samp non può risultare particolarmente appetibile per quei giocatori formati, necessari per puntare a traguardi leggermente superiori ad un ottavo posto. Paradossalmente, il Doria di oggi ha pochissima presa su una tipologia simile di calciatori, mentre vanta un appeal indiscutibile nei confronti di chi è giovane, talentuoso, eppure ancora nel pieno del processo di formazione. In sostanza prospetti che non ti fanno vincere subito, ma che maturano, crescono e sbagliano in un ambiente con pochi stimoli e pressioni. E poi permettono a qualcun altro di vincere da qualche altra parte del mondo.
Meglio di niente, si può pensare. Ma se questa nomea di laboratorio per futuri campioni si è diffusa, gran parte del merito è anche di quel signore in panchina, grazie al quale oggi potrò affrancarmi da analisi tattiche e dissertazioni tecniche di una partita che non interessava nessuno. Marco Giampaolo ha deciso di sganciarla bella grossa. Grazie, mister, mi hai fornito un argomento decisamente più interessante. Di certo non si può dire che il tecnico blucerchiato sia poco diretto, banale o scontato. Nel post Parma-Samp è stato piuttosto chiaro, rimanendo coerente con il personaggio. "O si cresce, o me ne vado", ha detto in sostanza, e lo trovo legittimo. Attenzione, non prendete questa mia frase come un 'Fa bene a lamentarsi, gli vendono tutti ogni anno'. Secondo me, la chiave di lettura è più complessa.
Giampaolo non può sorprendersi degli obiettivi di questa Sampdoria, perchè sono sempre stati ben chiari, scritti nero su bianco. Ipotizzo anche che gli siano stati illustrati diffusamente ogni volta che si sono incontati con la società per programmare le nuove stagioni. Infatti secondo me ne è ben consapevole. Il mister non si arrabbia troppo per non essere arrivato in Europa, ma legittimamente ha un'ambizione sportiva di un certo tipo, sta bene a Genova e vorrebbe provare a soddisfare le sue voglie in blucerchiato. Se la Samp non glielo consentirà, si vedrà costretto a emigrare altrove. Lineare, semplice. Quello che vuole disperatamente evitare è rimanere invischiato dentro ad una logorante e alienante routine.
Giampaolo probabilmente su queste cose ci rifletteva già da tempo. Ritengo poi che ad una crescente voglia di 'salire l'ultimo gradino', il tecnico abbia aggiunto un'ulteriore riflessione. Non gli si può chiedere ciò che non viene esplicitamente indicato dalla società. In questo senso, alcune dichiarazioni della dirigenza in cui si ammetteva pubblicamente di puntare all'Europa potrebbero avergli dato parecchio fastidio. E' come se il vostro capo a lavoro vi chiedesse, che so, di organizzare un piccolo aperitivo per dei clienti e poi millantasse agli stessi clienti di aver incaricato voi di organizzare una vera e propria cena. Gli ospiti arrivano convinti di mangiare e bere, ritrovandosi però di fronte ad un tavolo con qualche oliva e due patatine. Magari sono presentate alla grande, ma sono pur sempre olive e patatine. Con chi se la prenderebbero, secondo voi? Inizialmente con il capo, forse, ma la colpa scivolerebbe pian piano sull'organizzatore, specialmente se il boss dovesse sventolare a mo' di scudo il budget investito per la serata.
Ovviamente, in tempo di cessione, il fatto che Giampaolo abbia parlato con questi toni è stato interpretato da molti come una sorta di aut-aut a Ferrero: 'O resta lui, o resta io'. Non credo sia così. Logicamente penso che Giampaolo possa aver accusato ad esempio la sfuriata a caldo del presidente post Bologna, anche se io non ero presente e non so se realmente il numero uno di Corte Lambruschini abbia criticato scelte di formazione o abbia accusato nello specifico il suo mister. Quell'episodio può anche aver influito, ma sono convinto che una persona come Giampaolo nell'affermare certe cose non si riferisca al futuro della presidenza. Se Ferrero gli desse determinate garanzie in chiave mercato, sono certo che l'allenatore accetterebbe la permanenza anche nella prossima stagione. Anzi, paradossalmente potrebbe persino essere più contento, conoscendo il metodo di lavoro degli uomini del Viperetta.
Come in tutte le situazioni, esistono più punti di vista. C'è anche chi sottolinea i limiti di Giampaolo nell' 'alzare l'asticella', specialmente nel trasmettere alla squadra le motivazioni necessarie per quest'ultimo step. Legittimo, in particolare se si parte dall'assunto che deve essere l'allenatore a passare il carattere alla squadra. Io, lo avrete capito, mi sento più favorevole alla prima chiave di lettura, quella che ritiene giustificate le dichiarazioni di Giampaolo. E' vero che l'allenatore deve passare la sua personalità alla squadra, ma sono convinto che non sia poi così importante. Mettetegli in mano giocatori di un segmento superiore, e pure la qualità di gioco e la personalità si alzeranno.
Anche per questo motivo mi auguro di proseguire ancora con il tecnico di Giulianova: non è una persona che si lascia convincere dalle favole, o che scende a compromessi, a sua storia lo insegna. La permanenza di Giampaolo lancerebbe un bel segnale a tutto l'ambiente, a prescindere dalla prossima proprietà della Samp. Vorrebbe dire aver ritrovato una piccola scintilla di ambizione, che poi è l'unico carburante utile ad innescare un circolo virtuoso di partecipazione popolare e aumento delle aspettative. Finito un ciclo? Io non credo. Penso invece che siamo arrivati ad uno dei classici momenti di svolta all'interno di un ciclo. Potrebbe pure rivelarsi un punto cruciale nella storia della Sampdoria.
@lorenzomontaldo
@MontaldoLorenzo