Getty Images
Sampmania: Saponara sembra Cassano
La partita i rossoneri l'hanno risolta con le giocate individuali dei giocatori costosi, pagati tanto e da cui ci si aspetta proprio l'invenzione che permette alla gara di svoltare. Andersen adesso ha capito che con Higuain in area di rigore non ti puoi distrarre neppure per grattarti il naso, Sala sta ancora cercando Suso e Bereszynski ha imparato troppo tardi a francobollare Cutrone. Paradossalmente la Samp è mancata proprio nel reparto che sino ad oggi si era imposto come la vera arma in più di questa squadra. I blucerchiati hanno recuperato brillantezza in attacco, e l'hanno persa in difesa. Giampaolo troverà presto un nuovo equilibrio, ne sono abbastanza certo.
Da aggiungere alle note dolenti a mio avviso c'è la prestazione di Praet. Nelle ultime due gare il belga mi è sembrato decisamente involuto. Per qualità tecniche resta tra i primi tre doriani, e anche tatticamente sbaglia pochissimo, ma si sta limitando a svolgere il compitino. Strappa sempre la sufficienza, per carità, ma da uno così è lecito aspettarsi qualcosa in più. Contro il Sassuolo e a Milano il numero 10 blucerchiato non è mai andato via al diretto avversario – nasce trequartista, se l'uomo non lo salta lui, chi può farlo? - non ha spedito in porta nessun compagno, e soprattutto non ha mai cercato la rete. Sarò troppo esigente, ma penso che per un calciatore del genere, appartenente in teoria ad un segmento superiore, siano aspettative legittime.
Se non altro l'aperitivo milanese è servito per gustarsi un manicaretto delizioso, da riproporre in chiave genovese il prima possibile. Mi riferisco a Riccardo Saponara, che ci ha regalato una settantina di minuti di divertimento puro. Ritengo che quella di ieri sia stata la miglior partita disputata da un trequartista nell'Era Giampaolo alla Sampdoria. Non voglio peccare di lesa maestà ma il fantasista ex Fiorentina, finalmente recuperato, mi ha ricordato un po' il primo Cassano blucerchiato. Ovviamente non sono giocatori paragonabili, 'quello' era un mostro, un fenomeno assoluto, ma in alcuni fondamentali il ragazzo di Forlì me lo ha riportato alla memoria. Già a partire dal gol. Controllo in corsa semplicemente appoggiando il piede a terra, palla spostata verso l'interno 'alla Cassano' accarezzando l'erba e tenendo il baricentro basso, e rasoterra chirurgico stile biliardo con palla in buca d'angolo. Qualche minuto più tardi ecco la piroetta a destreggiarsi tra le maglie rossonere, copyright “Fantantonio nel derby” (quella era una veronica tra due calciatori del Genoa con successivo cambio di gioco a quaranta metri, la mia giocata preferita di sempre), e poi cioccolatino a scavalcare la difesa per Quagliarella. Sì, ieri il '5' sembrava un po' il '99'. Ed è da qui che spero riparta la Samp. Magari al prossimo aperitivo ci serviranno qualcosa di più dolce...