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    Sampmania: due 'numeri uno'

    Sampmania: due 'numeri uno'

    • Lorenzo Montaldo
    Spesso anche solo individuare un portiere all'altezza è un'impresa. Figurarsi allora quando in casa te ne ritrovi due che potrebbero tranquillamente essere titolari in varie piazze della Serie A. Il ruolo è delicato, i suoi equilibri sono di cristallo, ci vuole chiarezza e intelligenza sia da parte del titolare che da parte della riserva per accettare lo stato delle cose e raggiungere un'armonia e un'intesa. Ecco perchè la Sampdoria si può ritenere fortunata; la partita con la Juventus ha certificato ancora una volta che il club blucerchiato può di fatto contare su due veri e propri 'numeri uno', entrambi degni seguaci della tradizione italiana. E' davvero una stranezza, in Serie A, poter contare su una coppia di portieri come quella formata da Emiliano Viviano e Christian Puggioni: determinanti, equilibrati, incisivi, gli estremi difensori doriani hanno portato in dote davvero parecchi punti alla Samp in questo campionato.

    Sono una coppia bizzarra, particolare già dalla numerazione di maglia: il titolare gioca con il due, la riserva si è fatta cucire sulle spalle il numero uno che sogna da tutta la vita, quello della sua squadra del cuore. Esuberante e sanguigno Viviano, più pacato e riflessivo Puggioni, che ha investito il suo tempo libero per concludere il suo ciclo di studi e laurearsi in giurisprudenza all'Università di Reggio Calabria (manca ormai pochissimo prima della tesi). In comune entrambi hanno il rifiuto dello stereotipo del calciatore, l'amore per la famiglia e l'affetto viscerale per la Sampdoria. E se quello di Viviano si è costruito con il tempo, cementandosi parata dopo parata, applauso dopo applauso sino ad essere tatuato sulla pelle dell'estremo difensore di Fiesole, quello di Puggioni parte da lontano, dal 1981, dai primi calci ad un pallone sognando il blucerchiato.

    Poi, però, c'è il campo. Che è la componente più importante, quella di cui bisogna tenere conto. E il campo dice che Viviano è stato ed è determinante per questa Sampdoria, che senza di lui probabilmente non sarebbe nemmeno più in Serie A (ricordate lo scorso campionato?). Pure in questa stagione Viviano, che a mio modo di vedere è probabilmente uno dei primi tre portieri italiani, ha salvato la Sampdoria con interventi da spellarsi le mani. Ma complice un lungo infortunio e una squalifica per diffida, ha lasciato spesso spazio a Puggioni. Entrare in campo a singhiozzo, in un ruolo del genere, ed essere comunque decisivo non è affatto semplice. Occorrono tranquillità ed esperienza, componenti che si formano in tanti anni in trincea, su e giù per l'Italia tra A, B e C, ma che sono anche parte del carattere.

    Puggioni, insomma, è stato l'uomo giusto al momento giusto. E la gara con la Juventus è solo l’ultima di una lunga serie. La doppia parata su Higuain, insomma, fa il paio con il rigore intercettato a Mchedlidze, o  con quella su Ninkovic nel derby. Puggioni la porta della Sampdoria l’ha sempre difesa, e ha onorato quella maglia che si vede addosso sin da bambino. L’uomo giusto al posto giusto, ma pure al momento giusto: difficilmente un portiere con meno esperienza, o meno attaccamento alla maglia, avrebbe potuto fare di più.

    ​Puggioni ha poi un’altra caratteristica piuttosto unica: una volta recuperato Viviano, è sempre rientrato in buon ordine in panchina, senza pretese, rivendicazioni, senza neppure sbuffare un pochino. Ci vuole equilibrio e grande serenità per accettare situazioni del genere con il sorriso, magari incoraggiando il collega-avversario. La Sampdoria, in sostanza, una certezza nel ruolo ce l’ha: comunque vada, la sua porta è in buone mani. Viviano e Puggioni, così diversi e così simili, si immolerebbero pur di difenderla. E scusate se è poco.

    @MontaldoLorenzo

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