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Sampmania: una Sampdoria in technicolor
Uno straordinario Puggioni, determinante in almeno due-tre occasioni, l'ha tenuta a galla, ma i blucerchiati sono stati bravi e fortunati ad arrivare all'intervallo senza subire il raddoppio da parte della formazione di Allegri. Quella sì che sarebbe stata la mazzata capace di chiudere l'incontro anche perchè la Juventus, quando tocca palla con i suoi straordinari interpreti, ti sbatte in faccia tutto il divario tecnico che la differenzia – e la differenzierà pure in futuro – da ogni altra squadra in Italia.
Tenere testa ad una formazione del genere non è da tutti, ci vuole sangue freddo, idee chiare e pure un pizzico di sfrontatezza. Qualità che la Samp ha ritrovato nell'intervallo quando mister Giampaolo, come spesso è accaduto in stagione, ha preso in mano le redini dello spogliatoio ridisegnando l'assetto tattico dei blucerchiati e infondendo nei giocatori quella martellante intensità che è il marchio di fabbrica della stagione doriana.
Ecco perchè nel secondo tempo si è vista tutta un'altra Samp. Abbiamo ammirato una squadra che pressava altissimo i portatori di palla juventini, anche grazie allo straordinario lavoro di un Quagliarella rigenerato, mentre i centrocampisti doriani ringhiavano su tutte le seconde palle che transitavano dalle parti di Pjanic, Khedira e Cuadrado. E quando la Samp gioca con questa velocità di pensiero e di azione, di rischi ne corre pochissimi. Le note positive, tra i blucerchiati, sono parecchie. Detto di Puggioni e Quagliarella, sono molti i giocatori che possono far sorridere Ferrero e Romei. Ci sono, ad esempio, uno Skriniar in evoluzione continua (ora imposta pure come un Bonucci qualunque), un Linetty inesauribile, un Regini in bambola per un tempo ma capace di prendere le misure a Cuadrado dopo gli svarioni iniziali macinando chilometri senza soluzione di continuità, e un Silvestre vero leader silenzioso di questa squadra. E' grazie a loro che la Sampdoria gira in technicolor, nonostante Muriel ieri sia rimasto fermo al bianco e nero. Anzi, al cinema muto considerando che non si è visto né sentito per 90 minuti, e la sua è un'assenza che pesa per l'economia doriana. Ma a Luis possiamo perdonare una partita grigia: nove giorni fa, al minuto 71, ha regalato al pubblico blucerchiato una gioia in Ultra HD, un'ora e mezza a bassa definizione non cancella certo una stagione da star.
@MontaldoLorenzo