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    Sampmania: Cassano, non ti scuso

    Sampmania: Cassano, non ti scuso

    • Matteo Oneto

    Bologna, domenica 3 ottobre 2010, Cassano esce dal campo dopo la sostituzione con Pozzi senza passare dalla panchina. E si riparte di nuovo con il dilemma: cassanata o non cassanata? Se anche di cassanata dovesse trattarsi, non sarà sicuramente ricordata come una di quelle storiche. Sta di fatto che il gesto è stato brutto, verso Di Carlo e i compagni. Qualcuno dice di averlo visto fare un cenno di assenso alla sostituzione e di esser andato verso gli spogliatoi solamente perché molto nervoso. Altri pensano che sia stato proprio il cambio a far scattare l'ira di Fantantonio. Fatto sta che così non si fa.

    Il Cassano che vuole cambiare la sua immagine anche a favore della nuova carriera in Nazionale, poteva evitarselo. Dall'azzurro per la prima volta arriva la difesa di Prandelli: 'Ero a Bologna, non è successo niente di strano', le parole del commissario tecnico. Bell'attestato di stima, il problema è che qualcosa di strano a Bologna e i generale dall'inizio dell'anno a questa parte qualcosa di strano è successo per davvero: Cassano non riesce più a fare la differenza in campo. La brillantezza delle ultime giornate dell'anno scorso, quelle in cui trascinò i blucerchiati in Champions, è un pallido e lontano ricordo.

    Il numero 99 non riesce più a saltare l'uomo in velocità, e in questo modo si ritrova spesso a non poter inventare la giocata vincente per se stesso e per Pazzini. E' per questo che personalmente non riesco a scusare Cassano per il comportamento di Bologna. Una cosa del genere avrebbe potuto tranquillamente farla se avesse segnato le due clamorose palle gol divorate durante la gara, oppure se nei match precedenti avesse dato un segno di vitalità (o meglio, anche più di uno). Lui deve essere il trascinatore di questa squadra sul rettangolo verde, del fuori non interessa, come non è mai interessato a nessun tifoso sampdoriano.

    Intendiamoci: il periodo in cui con la palla nei piedi non riesce nulla può capitare a tutti. A Cassano non si può chiedere di essere sempre perfetto e di vincere le partite da solo, ma proprio perché il momento non è dei migliori né per lui né per la Sampdoria sarebbe meglio che certi gesti si evitassero. Il gruppo che lo ha sempre difeso e che, ancora una volta, non ha aperto bocca, ha il diritto a ricevere delle scuse. Se così fosse tutto andrebbe nel dimenticatoio, tornerebbe il sereno e forse torneremmo a vedere il vero Cassano insieme alla vera Sampdoria.

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