Cassano fuori:| Non saluta e se ne va
Sampdoria: pareggio a Bologna.
Cassano, giornata nerissima: va fuori e non saluta nessuno.
Al 24' della ripresa, Di Carlo fa una cosa che alla Sampdoria non si era mai vista: Cassano fuori per scelta tecnica. Altre volte Cassano era uscito perché infortunato; oppure per prendersi gli applausi del pubblico; oppure perché non era ancora in forma. Fanno parte di questa galleria di eventi il derby della stagione scorsa (dopo il suo gol decisivo), Partizan-Sampdoria 1-2 del 23 ottobre 2008, le partite di inizio campionato del 2007 quando Mazzarri centellinava la sua presenza in campo per ridargli quella brillantezza che Madrid gli aveva tolto. Una volta, addirittura, dal campo Cassano se n'era uscito di propria iniziativa: Catania, 28 ottobre 2007. Dopo una prestazione incolore ricca di palle perse, l'attaccante prende una botta. Senza dire nulla alla panchina se ne va negli spogliatoi. Nessuno ci capisce granché, Montella che era in campo corre incontro all'amico e gli chiede di restare, lui lo manda a quel paese dicendo che ha male.
Stavolta Di Carlo decide diversamente. Ieri Cassano era proprio impresentabile e in tali condizioni psico-fisiche era dannoso alla propria squadra. Due gol sbagliati in malo modo, alcune palle che chiedevano solo di essere appoggiate ai compagni e non date. E poi, soprattutto, proteste continue con i compagni, tutti peraltro superiori a lui per rendimento e voglia. E allora via, come un tecnico deve fare cercando il bene della squadra. Cassano, naturalmente, non la prende bene e fa quel che non deve fare: non passa dalla panchina, dove c'è Pozzi che lo attende per salutarlo come è d'uso fare ai cambi, e va via direttamente negli spogliatoi. Fa il suo gesto classico con il pollice, come per dire: tutto ok.
Ma a Di Carlo non basta. Il tecnico della Sampdoria, negli spogliatoi, spiega: «In quel momento lì l'allenatore voleva vincere. Cassano ha fatto la sua gara. Noi siamo perfettamente a conoscenza del fatto che lui può segnare sempre e può inventarsi una soluzione in qualunque momento. Però ormai si era venuta a creare una situazione di stallo. Non riuscivamo più a ripartire. Ho inserito Pozzi perché ci mancava in quel momento un giocatore che potesse attaccare gli spazi e pensavo che lui potesse mettere in difficoltà il Bologna. Cassano è andato dritto negli spogliatoi? Sì, e mi spiace soprattutto per il suo compagno. Si dà la mano, magari Pozzi poteva avere bisogno di un supporto che non c'è stato. Pozzi stava entrando per cercare di far vincere la Sampdoria».
Un episodio spiacevole accaduto sotto gli occhi del ct della Nazionale Cesare Prandelli e del coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili Arrigo Sacchi, sulle tribune del Dall'Ara. La nuova dirigenza federale, nel momento del proprio insediamento, decise di varare anche un codice etico per adesso noto per linee sommarie e non nei dettagli. «Sarà valutato - avevano spiegato Prandelli e il vice presidente Albertini - anche il comportamento dei giocatori con le loro squadre di club». Era stato fatto l'esempio del fallo di reazione: «Se particolarmente brutto potrebbe costare anche lo stop anche in Nazionale» aveva detto Albertini.
L'atteggiamento di Cassano in Bologna-Sampdoria non è stato giudicato così grave da provocare l'esclusione del giocatore per il doppio impegno contro Irlanda del Nord e Serbia. La seconda delle due partite, peraltro, si giocherà a Genova. Potrebbe essere la gara decisiva per le qualificazioni europee. I blucerchiati in azzurro saranno quattro: Cassano, Pazzini, Palombo e Gastaldello. Un forte richiamo, sperano in Figc, per gli appassionati genovesi di calcio chiamati a spingere la Nazionale.