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Sampmania: abbiamo tutti bisogno di 4-4-2
Siamo realisti, riprendere a giocare ad aprile è praticamente impossibile. Probabilmente si andrà abbondantemente oltre. La direzione in cui si muove il mondo del pallone è quella di una conclusione del campionato a giugno, forse addirittura luglio, e anche la decisione di spostare l’Europeo va in questo senso. La lotta per salvarsi, quindi, potrebbe riprendere proprio dove l’avevamo stoppata. Se penso che soltanto un paio di settimane fa ci si interrogava sul recupero di Inter-Sampdoria, da piazzare tra un turno di campionato e una Coppa, mi scappa da ridere (si fa per dire). La Serie A in giugno, però, rischia di stravolgere il calcio così come lo conosciamo, ribaltando gerarchie e rapporti di forza. E’ tutto un grosso punto interrogativo, perchè non c’è letteratura in merito, non esistono termini di paragone a cui rifarsi. Il Doria riprenderà ad allenarsi chissà quando, con una condizione tutta da verificare dopo l’alto tasso di contagi da Coronavirus e con giocatori che non si vedono - nella migliore delle ipotesi - da settimane. In sostanza sarà come ricominciare la stagione: si prospetta un nuovo campionato, composto solo da finali, una dopo l'altra a ritmo martellante, a cui sommare l’handicap di una partenza dal quint’ultimo posto in classifica.
La garanzia ancora una volta è la presenza di Ranieri in panchina. In questo momento, mi ripeto, il mister doriano è il miglior allenatore possibile in una fase storica unica e si spera irripetibile. Io e te non avremmo la minima idea dei tasti da toccare in uno scenario simile. Idem la stragrande maggioranza dei cosiddetti ‘addetti ai lavori’. L’unico in grado forse di afferrare il bandolo della matassa è Sir Claudio. Anzi, sono sicuro che stia già riflettendo sulle sue prossime mosse. Ranieri ha dimostrato recentemente, con una lettera aperta pubblicata su un importante quotidiano genovese, una sensibilità e una profondità davvero rare all’interno di un mondo, quello del pallone, che forse per la prima volta nella sua storia è stato messo faccia a faccia con le debolezze proprie degli esseri umani. Con che spirito la Samp tornerà a lavorare insieme non è dato saperlo. Probabilmente non lo sa neppure Ranieri.
Io, ad esempio, sono estremamente preoccupato dalla ripresa di un campionato che comunque vada sarà evidentemente alterato rispetto a quelli passati. Non so a che punto saremmo oggi se la stagione fosse proseguita normalmente. Sono però certo che, se davvero dovesse ripartire, genererà un epilogo destinato a rimanere oggetto di grandi polemiche e discussioni. Per anni sentiremo parlare del ‘campionato falsato’, e di squadre che non accetteranno l’eventuale verdetto. Mettiamoci già da ora l’animo in pace. Quasi quasi mi mancano le critiche agli arbitri e alle designazioni, pensate un po’.
Di una cosa però sono convinto. La ripartenza, nel calcio come nella vita, dovrà passare da scelte semplici, banali, ‘facili’. Nessuno dovrà inventarsi nulla, nel privato ma anche nel pallone. Credo che adesso ci sia di un disperato bisogno di 4-4-2, per la Sampdoria ma soprattutto per ciascuno di noi. Dobbiamo recuperare le nostre certezze e i nostri punti di riferimento ad ogni livello. C’è la necessità, per ognuno di noi, di riappropriarsi delle proprie manie e dei propri rituali. Per quanto riguarda il prosieguo della stagione, la mia personale opinione invece è diametralmente opposta alla direzione in cui sta andando il gran consiglio del pallone. Ragionando in maniera molto semplicistica, senza tenere conto delle varie spinte economiche e delle pressioni legate alla quantità di soldi spostata dal calcio, credo che l’unica soluzione praticabile sarebbe stata quella di non completare la stagione.
Avrei cercato di danneggiare il meno possibile le società chiamate in causa, magari aumentando il numero di partecipanti alla prossima Serie A, senza per questo penalizzare necessariamente qualcuno. Anche perchè inevitabilmente i secondi in classifica, i quinti, gli ottavi e i diciottesimi vivranno per anni come un’ingiustizia la ripresa forzata del campionato e gli esiti prodotti. Piuttosto sarei ripartito l’anno prossimo, ex novo, con un altro calcio e un’altra Serie A, persino a 22 squadre. Anche perchè voi ve lo immaginate un girone intero senza tifosi o pubblico? Il calcio, inteso come prestazione sportiva, probabilmente non ne risentirà, i professionisti in quanto tali offriranno un livello pressoché uguale a quello proposto nella normalità. Ma, come dicevo prima, penso che per tutti ci sarebbe stato bisogno di certezze, e il calcio e lo stadio fanno ampiamnete parte dei rituali di cui riappropriarsi. Questa però è solo l’opinione di un tizio tappato in casa, che non riesce a vedere al di là del suo naso, e che ha un disperato bisogno di 4-4-2.
@lorenzomontaldo
@MontaldoLorenzo