Simone Arveda/Pegaso Newsport
Sampdoria, ecco come è nata la favola Puggioni
Comincia, come sempre, sui campetti polverosi dell'oratorio, vera fucina di talenti dell'Italia pallonara. E prosegue dritta come un fuso attraverso le giovanili blucerchiate, poi su e giù per l'Italia, sino ad arrivare ad oggi, a quel derby giocato (e vinto) da titolare e a quella partita con la Fiorentina dove il portiere blucerchiato è stato determinante.
I primi passi, però, non si scordano mai: "Nasco a Genova, come tutti i bambini mi piaceva il calcio, ho iniziato all'oratorio". Iil numero uno doriano ripercorre così a Primocanale il suo 'esordio' nel mondo del pallone, con il sorriso di chi ricorda i bei vecchi tempi: "Lì prendevo tanti gol, però mi piaceva stare in compagnia e allora mio padre mi iscrisse alla scuola calcio Angelo Baiardo".
Prima o poi, però, la chiamata doveva arrivare: "Feci un paio di anni con loro, perchè la Sampdoria non aveva la leva dei 'Pulcini'. L'anno che giocai con i Pulcini Fotia, su suggerimento di Guido Poggi, fece un'amichevole con il Baiardo e in seguito a quella partita Rocco mi volle alla Sampdoria". E il grande amore può iniziare: "Da lì è iniziata tutta la trafila fino alla Primavera. Sono stato con la prima squadra in quella sfortunata stagione della Serie B con Ventura, quando mancammo la promozione di un punto. Ebbi la fortuna di andare in panchina - conclude Puggioni - ed assaggiai il calcio professionistico".
Ora il cerchio si è chiuso. In una maniera magica, perfetta. Pensate ancora che il termine 'favola' sia abusato?