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Sampdoria, Braida: 'Se Radrizzani mi vuole, ci sono. A Pirlo va dato tempo'
RADRIZZANI - "Lo vedo spesso, abbiamo i figli che vanno nella stessa scuola, e così ci salutiamo, ma nulla di più. Gli faccio un enorme in bocca al lupo, spero possa riportare dove merita un club che con Mantovani è arrivato in finale di Coppa dei Campioni. In realtà a Milano Radrizzani ha anche degli uffici di fronte a casa mia... mi permetto di scherzarci su, se ha bisogno per la Samp... io sono a casa. Ma ci tengo a dire che è solo una battuta, mi raccomando anche se certo, dare una mano alla Samp sarebbe bello".
PIRLO - "Vincere è facile, è nella difficoltà, nella gestione della sconfitta che si vede la bravura. Pirlo? Da quando prima Mazzone, allenatore che aveva quell'umanità che serve al calcio, e poi Ancelotti, lo hanno messo in regia, Andrea è stato un professore. Nel Milan in quel ruolo era già allenatore in campo nel modo di esprimersi e di vedere il calcio. E poi aveva la magia: nella tecnica, nei piazzati, era straordinario.Giusto dargli tempo a Pirlo? Sì, deve poter lavorare in pace".
VALORE SAMP - "Ho visto un po' la Samp col Cittadella, c'è qualcuno che conosco di più, come Borini o La Gumina, peccato per il crack di Ferrari. Ma per capire quanto vale la rosa devi esserci dentro, viverla, andare a letto la sera pensando alla squadra che si costruisce provando sul campo giorno dopo giorno, insistendo. Tutti vorrebbero fare il 4-3-3 di Guardiola, ma devi avere i calciatori adatti. Può essere che Pirlo e la Samp li abbiano, da qui a gennaio lo capiranno, il campionato è lungo, c'è tempo per rifarsi. Ora è tutto nuovo, società, mister, calciatori: la Samp deve trovare la sua identità. Il Parma ora è un passo avanti alle altre di B. La Cremonese sulla carta è forte, arranca ma può risalire. Altre verranno fuori. E per la sfida del Tardini chissà, non sempre vince la più forte..."
RICETTA PER VINCERE LA B - "Entusiasmo, fame e voglia sono imprescindibili ma non sufficienti. Gli allenatori devono essere bravi a tirare fuori il meglio ma a monte servono calciatori di valore. E io credo che nella scelta gli algoritmi possono aiutare, ma non guidare, come anche l'intelligenza artificiale: è l'uomo che deve essere al centro delle scelte, con le sue intuizioni. Il calcio non è matematica o scienza, ci sono tanti aspetti, sentimenti, emozioni, famiglia, affetti, carattere. Nel calcio c'è per forza approssimazione ma se vedi che nel lungo periodo uno indovina le scelte allora capisci anche il valore di chi decide".