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Sacchi: 'L'Inter di Inzaghi fa un calcio moderno e spettacolare. Nel Milan Leao gioca da solo, Pioli penalizzato dal mercato'
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LEAO - "Ha enormi qualità, ma deve giocare per la squadra e con la squadra. Invece gioca prevalentemente da solo. Il temperamento è genetico: ce l'hai o non ce l'hai. Spero che lui ce l'abbia perché, tirandolo fuori, diventerebbe un campione".
MERCATO BOCCIATO - "Sarebbe servito un difensore centrale affidabile e soprattutto un centravanti valido, che facesse rifiatare Giroud. Purtroppo è difficile integrare tanti stranieri insieme. E ho l'impressione che molti acquisti non siano stati decisi o almeno condivisi da Pioli e, se davvero fosse così, sarebbe un errore grave. In generale credo che il modo in cui è stata composta la rosa non sia quello giusto, non ho visto un progetto come era accaduto nel recente passato, ma una serie di operazioni slegate una dall'altra. E così è difficile creare una squadra competitiva".
SENZA MALDINI - "Paolo aveva fatto molto bene, rispettando i bilanci e la storia del Milan. Aveva scelto un allenatore che cercava di uscire dal tatticismo per diventare uno stratega e lo aiutava non solo sul mercato, ma giorno dopo giorno. Temo che Pioli si sia sentito un po' abbandonato dopo la decisione di fare a meno di Maldini. Io non conosco gli americani e nemmeno Furlani. Mi auguro che in società non ci siano diverse anime, altrimenti si rischia. Ai miei tempi c'era una catena di comando chiara: Berlusconi, Galliani, Braida, io. Avevamo tutti la stessa idea di calcio. I dirigenti erano competenti e insieme rispettavamo lo stile del club. Lo stile ti dice chi sei e dove vai. Qual è oggi lo stile del Milan?".
GRANDE INTER - "Il gap si riduce con la forza delle idee. L'Inter sta giocando un calcio spettacolare, moderno, europeo. E non è giusto criticare Milan e Juve perché non riescono a tenere il passo dei nerazzurri. Però bisogna saper leggere le situazioni e operare di conseguenza. Il Milan dovrà prendere giocatori funzionali al prezzo giusto. Ma per farlo serve competenza in chi decide, quindi nei dirigenti".