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Sabatini a CM: 'Ha ragione Ancelotti, Gattuso ha dimenticato cosa sono amicizia e riconoscenza'
Carlo e Rino erano come padre e figlio. Maestro e allievo. Fratello maggiore e minore. Fate voi, scegliete la definizione più aderente a sentimenti di affetto e stima che dovrebbero essere sul podio della nobiltà d’animo, insieme alla riconoscenza. E alla sincerità. Proprio secondo una sincera ricostruzione custodita dalla riservatezza e dalle cicatrici che fanno più male all’anima, quando si sentì in bilico Ancelotti chiese a Gattuso: ti hanno contattato? No, la risposta/bugia. Poi arrivò l’esonero. E la ex bugia si ribaltò in spietata verità. In più, qualche evitabile ammiccamento sulle colpe del predecessore: un grande classico, purtroppo, tra colleghi. Ma non tra papà Carlo e figliolo Rino.
Eppure siamo stati quasi quattro anni a far finta di nulla. A considerare una cosa normale quel che nel 2019 successe a Napoli, che tanto normale non era, né doveva essere. Rispetto, amicizia, riconoscenza, sincerità, solidarietà: ecco, c’era tutto questo in gioco tra Ancelotti e Gattuso, quattro anni fa. E noi (giornalisti) che sapevamo, abbiamo fatto finta di nulla. Non l’abbiamo detto perché “vabbè, dai, saranno fatti loro…”.
Invece, no. Non erano solo fatti loro. Erano anche nostri, che ci siamo persi tra un tweet e un selfie. Una live su Instagram e un like su Facebook. Una polemica da cavalcare o un colpevole da castigare. Abbiamo perso tutti noi un’occasione per raccontare/insegnare con più tempestività come ci si comporta bene (Ancelotti). E male (Gattuso).