Rossi ritorna:| Palermo abbraccia Delio
'Sai cosa c'è?'. Delio Rossi torna a Palermo, e con lui il suo inconfondibile modo di iniziare ogni discorso. L'uomo dei record torna nella città che lo ha abbracciato, lo ha amato, lo avrebbe voluto ancora sulla panchina del Palermo. Domenica il 'Barbera' gli renderà ancora un tributo, perché le lacrime che Delio ha versato all'Olimpico il 29 maggio sono rimaste scolpite nel cuore della gente. La finale di Coppa Italia è stato soltanto l'ultimo atto di due anni ricchi di emozioni fatte di record, di vittorie memorabili con Juventus, Milan e Roma, che con Delio in panchina sono diventati avversari normali.
Due anni in cui Rossi ha vissuto esclusivamente il campo. 'Io a Palermo ho tre case - diceva sempre - il residence, il Tenente Onorato e lo stadio, della città non conosco altro'. E in effetti è vero, visto che la prima volta che ha visitato il centro di Palermo è stato grazie a una crociera nel Mediterraneo che ha fatto tappa nel capoluogo siciliano alla fine della sua prima stagione in rosanero. Il personaggio è fatto così, antidivo per eccellenza, schivo e riservato. Il suo mondo se l'era costruito all'Addaura Residence, l'hotel dove viveva le sue giornate quando non era impegnato ad allenare. La mattina presto una colazione veloce e via al Tenente Onorato. Sbrigativo perché già con la testa al lavoro. Poi il rientro per pranzo. Al ristorante dell'albergo un piatto di pasta, o di verdure, sempre a parlare di calcio con i suoi collaboratori.
La direzione dell'Hotel gli aveva messo a disposizione una saletta per vedere i dvd della partite, ma Delio il grosso lo visionava nella sua camera dove per entrare erano necessari i fendinebbia a causa della cortina di fumo. Calcio e sigarette, sigarette e chewingum, tra una partita e l'altra. L'unico momento di relax, sempre in albergo per la cena. Rossi scendeva in ciabatte, le stesse con le quali veniva in sala stampa, e si sedeva al suo tavolo. In un clima più rilassato davanti a un po' di pesce (una spigola o un'orata), la sua pietanza preferita, e un bicchiere di vino bianco rigorosamente siciliano, scherzava anche con i camerieri e gli addetti alla reception. Casa sua era lì, e lì per ben due volte ha deciso di fare la conferenza d'addio dopo l'esonero e poi alla fine della sua avventura.
'Ricordo che quando venne esonerato - dice Matteo - accompagnandolo alla macchina gli dissi: Delio, io l'appartamento te lo tengo, tanto tra tre settimane torni. Lui mi rispose: Non so se mi vuoi bene o mi vuoi male. Perché Rossi è questo, un concentrato di frasi tutte sue come: 'Non vendo il folletto porta a porta', oppure 'le chiacchiere se le porta il vento e le biciclette i livornesi', ma anche 'non è che prima facessi il fornaio'. Anche durante gli allenamenti non mancavano le sue battute. Soprattutto quando si tratteneva fino al calare del buio con i giovani che ha tirato su, come Acquah a cui un giorno in pieno buio lanciandogli un pallone disse 'se ridi riesco a vederti'. Oggi all'Addaura alloggia anche Mangia. Il nuovo tecnico rosanero con cinque vittorie di fila in casa insegue il record di sette successi di Rossi. Che incrocio domenica al 'Barbera' tra Palermo e Fiorentina.
(La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia)