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Romamania: Wijnaldum, un lampo nel ruvido calcio mourinhano. Ma tolto Dybala, l'attacco resta un pianto
D'accordo, d'accordo, nessuna esaltazione per aver battuto non il Napoli ma la Samp. D'accordo, d'accordo, nessuna ode alla gloria per averlo fatto contro una squadra che ha giocato in dieci per un bel po'. Però contava tornare a vincere e soprattutto vedere qualcosa di bello in mezzo al ruvido calcio mourinhano. Matic che ricama, Wijnaldum sfonda, scrive un collega di un giornale romano. Sintesi azzeccatissima che dà l'idea di quale avrebbe dovuto essere l'architettura romanista senza l'infortunio dell'olandese. Certo, non stiamo parlando di chissà quale vittoria straripante e, soprattutto, è vero come questo 3-0 abbia coperto più di una magagna, soprattutto là davanti dove il problema della siccità dei centravanti continua a tormentare i tifosi e i sogni di Josè.
Abraham ancora una volta al limite dello sbiadito, Belotti ancora a caccia del gol numero uno del suo strano campionato. Siamo ormai al rush finale del campionato e i gol di questi due, tra coppa e calcio domestico, servono come il coltello da chef allo chef, se mi perdonate il parallelo culinario. S'è però rivisto qualche lampo del miglior Paulo, con quegli slalom pazzeschi che rappresentano il dono divino di pochi predestinati. L'ha messa dentro su rigore Dybala, non è ancora quello di qualche settimana fa, sebbene lavori tanto per la squadra, ma sappiamo bene che quando servirà il suo decisivo apporto sarà il primo a urlare 'presente!'.
Sullo sfondo, il solito tormentone sul “resta-non resta” che si muove attorno a Mourinho. Chiacchiere a parte, registriamo ancora una volta come da inizio stagione non abbia mai detto “Resto”. Se lo farà o no, lo sapremo solo all'ultimo momento, anche se c'è ancora un anno di contratto. Piaccia o no, così è e dobbiamo farne una ragione.