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    Romamania: chiediamo scusa a Santon

    Romamania: chiediamo scusa a Santon

    • Paolo Franci
    Vogliamo parlare di Davide Santon? Perché tutti coloro che si portano dietro lo zaino - piccolo o grande che sia - dell'onestà intellettuale, devono fare ammenda se non cospargersi il capo di cenere. Me compreso, naturalmente. Non perché abbia bastonato sto povero ragazzo in modo preventivo ma certo, pur aspettando la prova del campo come sempre, lo zaino dei timori e della diffidenza era senza dubbio il più capiente di tutti. E anche io, lo ammetto, avevo ironizzato su Monchi che lo andò a prendere all'aeroporto, peraltro gesto notevole dal punto di vista della comunicazione interna. Come a dire: “Qui siamo tutti uguali”. Poi, vabbé, c'è chi è più uguale degli altri, tipo De Rossi o Dzeko...

    Ma torniamo all'ala pentita di etnia zambrottiana che stregò Mourinho. Fa saltare sulla seggiola Marcello Lippi per l'entusiasmo che lo bolla con parole celestiali: “Mi piace tantissimo, è un predestinato, mi sembra un Maldini giovane...”, fino a scomodare popoli alieni, nella fattispecie il Predator portoghese per eccellenza che di nome fa Cristiano. Dice, ai tempi di una sfida tra United e Inter: “Sono rimasto impressionato da Santon. È un ottimo calciatore e un giocatore interessante”. Uuuuh quanto potremmo andare avanti, perché alla fine del decennio scorso c'è la fila per disegnare vite parallele a questo pischello dall'aria sfrontata, il passo di una McLaren e il tocco di cachemire. “Nuovo Facchetti” non può mancare, essendo interista. Di maglia, of course, perché il cuore è milanista. Un po' come Romagnoli che giocava nella Roma da laziale. E, inevitabile arriva anche la Nazionale.

    Poi la nebbia. O, meglio, il predestinato rallenta e quella freccia mourinhana via via diviene più spuntata. Fino a uno specie di oblio e i guai dello scorso anno quando - era il 22 gennaio - dovette chiudere il profilo social per l'errore che regalò la vittoria alla Roma al Meazza, dal quale lo tira fuori proprio la Roma. Opinione diffusa è nel fatto che Santon sia una zavorra nell'operazione Nainggolan.

    Poi iniziano le partite, DiFra gli dà fiducia nel momento in cui rischia la panca, contro il Frosinone. Davide vola. Vola subito. Si prende la Roma e non la molla più, fino a quel derby scintillante che si trasforma nell'enorme abbraccio con i tifosi. Strana è la vita: nel club che non trova pace sulle corsie difensive praticamente da sempre, tra sfortuna, qualche buon colpo e flop, irrompe sto ragazzo diventato uomo che pareva un ex calciatore e che sa giocare a destra e sinistra senza problemi. Un tesoro, alla fine. Ah, dimenticavo, il Mancio l'aveva rivoluto all'Inter a inizio 2015, questo per dire quanto gli piaccia e quanto sia imminente la convocazione in Nazionale se continuerà di questo passo. Passo svelto, finalmente sicuro. Una manna per la Roma.

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