Redazione Calciomercato
Roma-Milan: ‘il problema El Shaarawy’ è solo la punta dell’iceberg. Pioli è nella situazione di Spalletti l’anno scorso
- 65
LA TROVATA DI DE ROSSI - Ma di che parliamo quando parliamo della “trovata di De Rossi”? Potremmo ridurre il tutto con “El Shaarawy a destra”. Infatti una delle caratteristiche della Roma post Mou è stata proprio il rilancio del Faraone titolare, ma da esterno sinistro nel 4-3-3, quindi nel ‘suo’ ruolo. Giocatore chiave della nuova Roma, lo avevamo già scritto in tempi non sospetti su questa rubrica. Ebbene contro il Milan, De Rossi a sorpresa lo ha spostato a destra, virando su una specie di 4-4-2 asimmetrico. Da qui tutte le difficoltà del Milan in entrambe le fasi.
Ma non basta dire che El Shaarawy ha disinnescato Theo Hernandez, o che ha agito in coppia con Celik per limitare la catena delle meraviglie del Milan (Leao-Theo). C’è tutta una serie di accorgimenti a cascata, che meritano di essere analizzati in preparazione della gara di ritorno. Perché è su questo che senz’altro sta lavorando Pioli. A differenza del Milan, la Roma lasciava agli avversari un’uscita (vedi immagine sopra). Per la precisione sul lato destro dei rossoneri. In questo caso è Gabbia che imposta, dopo che i giallorossi hanno chiuso l’uscita dall’altra parte. Notate la posizione di Pellegrini, che non esce su Gabbia per stare su Calabria al centro. De Rossi ha previsto l’automatismo del falso terzino usato da Pioli. Nel frattempo Loftus-Cheek alle spalle di Pellegrini (e oscurato dallo stesso) è preso da Paredes, sicché il Milan non può godere di alcuna superiorità numerica posizionale vantaggiosa. L’uomo libero è soltanto Gabbia…
L’ERRORE DEL MILAN - Al contrario, la contrapposizione del Milan palla a Svilar è stata molto più incauta. L’uomo libero della Roma era spesso ben oltre le prime linee di pressione. Lo si vede chiaramente nell’azione che porta al calcio d’angolo del gol. Leao altissimo su Smalling. Tutto il centrocampo rossonero aggressivo sui principali costruttori (Cristante, Paredes, Dybala), ma il terzino Celik solissimo a destra. E guardate la funzione attrattiva di Dybala, che lungi dal gravitare unicamente sul centrodestra della Roma, si sposta persino sul lato opposto, generando squilibri nella contrapposizione ‘a uomo’ di Pioli. Ma perché su Celik non esce forte Theo Hernandez?
Perché è inibito dalla presenza in fascia di El Shaarawy. Così quando il francese scatta su Celik ormai è in ritardo, e il terzino della Roma può salarlo alzando il pallone per il numero 92 della Roma. Questa azione è diventata virale per un motivo superficiale: la questione del fuorigioco sul tocco di El Shaarawy per Lukaku. Ma in questa manovra la Roma libera ben due giocatori pericolosissimi: non solo il Faraone di cui si è parlato finora, ma anche lo stesso Pellegrini che, non dimentichiamocelo, grazie ai sovraccarichi imprevedibili di Dybala, può sfruttare al meglio gli spazi che si creano alle spalle del centrocampo rossonero.
IL TEMA OFFENSIVO - Ma l’efficacia della trovata di De Rossi non si riduce certo allo spostamento di una pedina. Infatti la Roma ha sfruttato un tema, non uno schema. Quando Lukaku (ritrovando la mobilità dei tempi di Conte persa con Mourinho) effettua il movimento che vedete sopra, il belga è consapevole di agire su una debolezza strutturale del Milan. E qui c’è tutta la differenza tra schema e tema, nel senso che non ha importanza chi affonda la lama. L’importante è affondarla nel pattern, nella circostanza generata.
DYBALA E PELLEGRINI - Si è già accennato alla funzione di Dybala. Si sa che l’argentino porta sovraccarichi, ma attenzione perché di fatto la Roma gioca ancora con due trequartisti. Nel senso che Pellegrini sia da mezzala nel 4-3-3 sia da falso esterno nel 4-4-2 tende a entrare tra le linee. E forse non si è sottolineata abbastanza la funzione di Pellegrini in questi sovraccarichi che la Roma portava sulla destra contro il Milan. Ok i link Dybala, Celik ed El Shaarawy di difficile lettura per il povero Theo. Ma osservate che mentre questo sovraccarico gravava in fascia, poi c’era sempre Pellegrini che stringeva tra le linee, in modo da creare una proliferazione di combinazioni possibili che finivano spesso per tornare sullo stesso tema: l’imbucata tra Thiaw e Theo Hernandez.
COSA PUÒ FARE PIOLI - Insomma “il problema El Shaarawy” non è così circoscritto come si potrebbe pensare. Per risolverlo, Pioli dovrà ricalibrare tutta la contrapposizione difensiva, a partire dalla prima aggressione. Dopodiché gli resterà da capire come riattivare Theo e Leao su quella benedetta fascia, quando il pallone lo avrà il Milan.