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    Romamania: da Udine a Udine, la Roma spezza la maledizione delle trasferte. Ora 10 giorni decisivi

    Romamania: da Udine a Udine, la Roma spezza la maledizione delle trasferte. Ora 10 giorni decisivi

    • Gabriele Conflitti
    Nove mesi e un giorno. È servito il tempo di una gravidanza alla Roma per tornare a vincere una partita in trasferta.

    Da Udine a Udine. Sembrava quasi scritto nelle stelle che i giallorossi spezzassero il tabù delle gare fuori casa proprio lì dove tutto era cominciato. Era il 25 aprile 2024 e nei secondi finali di quei 18 minuti rimasti da giocare dopo la sospensione della sfida per via dello pneumotorace di Ndicka, la zuccata vincente di Cristante regalò il successo alla squadra allora allenata da Daniele De Rossi.

    Nel mezzo ben 18 partite senza vittoria lontano dall’Olimpico e un rendimento che poneva la Roma - con De Rossi, Juric e Ranieri - al penultimo posto per punti conquistati fuori casa in campionato. Sia chiaro, il successo in rimonta ad Udine non cancella tutto il patrimonio dissipato in trasferta. I giallorossi hanno raccolto solo 9 dei 33 punti a disposizione, rendendo una missione ai limiti dell’impossibile la qualificazione ad un posto nelle coppe europee del prossimo anno.

    Deve però esserci il dovere di provarci fino alla fine, consapevoli che se dopo dodici anni consecutivi smetteranno di essere calendarizzati impegni infrasettimanali e il passaporto resterà riposto nel cassetto, le responsabilità saranno di chi ha costruito e demolito e ricostruito questa squadra come un Demiurgo che ha esagerato con l’ambrosia.

    Capitolo a parte lo merita Lorenzo Pellegrini. Dopo aver visto il primo tempo del Bluenergy, da Hollywood pare fosse iniziata a circolare la voce che il regista Robert Heggers si fosse pentito di non aver preso in considerazione il capitano romanista, ripiegando su Bill Skarsgård, per il ruolo di Nosferatu nel suo recente remake cinematografico.

    Un incubo in chiave gotica i primi 45 minuti del numero 7. Lento, compassato, autore del fallo dal quale scaturisce il goal di Lucca e sdrucciolevole in marcatura sul centravanti dell’Udinese. Poi nella ripresa il sortilegio deve aver perso di efficacia. Pellegrini conquista e trasforma il rigore del pareggio, non sottraendosi alle sue responsabilità nel momento in cui c’era da rispondere presente. Il resto della partita è positivo da parte del capitano romanista, che lascia la possibilità della seconda trasformazione dal dischetto regalando a Dovbyk il tiro che vale il vantaggio e i tre punti in classifica.

    Iniziano ora dieci giorni rivelatori per la squadra di Ranieri. A partire da giovedì, con l’approdo nella capitale dell’Eintracth Francoforte. Non vincere contro i tedeschi si tradurrebbe in tutta probabilità con un’eliminazione dall’Europa League già nel maxi-girone. E non essere parte almeno del gruppo delle 16 che si giocherà il playoff, con una classifica del genere, è un peccato che richiede molto più di una confessione.

    Poi il Napoli capolista, da provare a fermare non tanto per fare un favore alle due nerazzurre lombarde, quanto a se stessi. Infine la trasferta a San Siro contro il Milan nei quarti di finale di Coppa Italia per provare a regalarsi due partite in più contro una tra Inter e Lazio.

    La Roma ha ancora la chance di poter dare un senso che vada oltre le mere statistiche al resto della sua stagione. Ma è arrivato il momento di non sbagliare più. Che Udine sia un punto di (ri)partenza e non un’oasi nel deserto di un’annata avara di soddisfazioni.

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