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Roma, le pagelle di CM: Gonalons embarassant. Fazio balla col Papu
FLORENZI 4,5: Balla col Papu, e non si diverte per niente. Gomez gli scappa alle spalle ingigantendo una evidenza sin troppo lampante: Alessandro Florenzi non è un terzino. Poi pure Spinazzola si mette a rilegare il libro di tesi che smentisce le ipotesi strampalate sul suo ruolo da quasi 3 anni a questa parte. Riportarlo in attacco è diventato un obbligo. Lo fa capire pure lui nella ripresa quando sale qualche metro mettendo in difficoltà l’Atalanta. (37’st Peres ng: che vi aspettavate?)
FAZIO 4,5: Ammira quasi estasiato il movimento di Cornelius che ha tutto il tempo di guardare, mirare e assaporare il gol all’Olimpico. Un’umiliazione che lo manda totalmente nel pallone. Il Comandante abbandona la giacca e diventa irritante anche in fase di impostazione. Lo calmano negli spogliatoi, e nella ripresa ritrova un minimo di compostezza.
MANOLAS 5: Come un gatto in tangenziale guarda sfrecciare le auto bergamasche trovando poche volte il coraggio di attraversare la strada. Anche lui, come il collega di reparto, non ne azzecca una in appoggio. Almeno prova ad impensierire gli avversari quando si spinge per colpire di testa e quando entra Petagna mostra di avere un passo in più.
KOLAROV 5: Ha un urlo per tutti: prima Pellegrini, poi Manolas. Lui come al solito prova a dare la fanfara in attacco cone al 60’ quando da casa sua prova a sfondare la rete di Berisha, ma in fase difensiva scopre il fianco lasciando spesso la sensazione di un giocatore alla disperata ricerca di riposo. All’andata sorprese tutti con una punizione bassa, ci riprova al 30’ trovando la spalla di Dzeko che per poco non beffa Berisha.
PELLEGRINI 4: Prova a sorprendere Berisha poi causa il giallo di Freuler. Altro? Meglio tacere. Anzi no. Spinazzola, De Roon e Freuler lo mettono in mezzo aumentando i dubbi sulla capacità del ragazzo di fare la differenza in un grande club. Non basta la disciplina tattica, sembra Daniel San all’inizio del suo allenamento. (5’st Schick 5: entra e la Roma segna. Sembra un segnale divino. Si mette poco dietro Dzeko mostrando i soliti numeri di leggiadria tecnica. A volte troppa)
GONALONS 4: Baguette sotto braccio e pennello in mano. Ha detto in settimana che se non avesse fatto il calciatore avrebbe fatto il paesaggista. Ecco la calma piatta con la quale continua a deprimere compagni e tifosi (vedi passaggio sbagliato in occasione del gol di Cornelius) ricorda i tristi quadri di Corot. Non è un regista, non è un mediano, non è un trequartista. Cosa diavolo è? Qualche bagliore nella ripresa quando prova a spingersi più avanti.
STROOTMAN 4: Parte vincendo un contrasto. Sembra l’inizio di una bella serata. Ma era solo una illusione. La Lavatrice diventa l’accessorio superfluo di una cucina per bambini. Con l’Atalanta in 10 prova a far girare di nuovo il cestello. Esce qualche capo profumato, troppo pochi però. (30’st Under 5: quando la situazione è disperata si ricorre al turco. Che però non risolve mai)
EL SHAARAWY 5,5: Di controbalzo prova a rallegrare l’Epifania giallorossa, ma poi arriva una vagonata di carbone amaro che sotterra definitivamente le speranze scudetto della Roma. Il Faraone regala un dolcetto fornendo a Dzeko l’assist dell’1-2 e mettendo il gancio su qualche pallone scodellato in area.
DZEKO 5,5: Nel primo tempo è più solo di Tom Hanks in Cast Away. Soffre la fame, resiste ma non ha più né la tempra né la voglia di combattere. Il digiuno continua, l’insofferenza aumenta. E’ l’Edin 1-0, quello che finiva spesso nelle vignette satiriche sui social. Al 41’ dà un segnale di vita ma manda fuori di un soffio. Poi si risveglia Edin 2.0 e ritrova il gol perduto dando una scossa a una partita che sembrava finita.
PEROTTI 5: Bello a vedersi, ma poco concreto. Una coincidenza sicuramente ma da quando ha rinnovato pare cullarsi sugli allori. Spinazzola gli lascia pochi spazi, e quei pochi che ha li sfrutta male. Nella ripresa si abbassa per dare un senso alla gara, e spesso lo trova.
DI FRANCESCO 4: Presenta una Roma imbarazzante. L’epilogo scontato di un mese vissuto improvvisando che non può essere giustificato da foglietti o dati sbattuti in conferenza. in difesa si balla, a centrocampo ci si smarrisce, in attacco non si punge. Nella ripresa sfrutta la superiorità numerica ma nel finale si fa prendere dall’ansia e schiera una formazione tutto attacco e poco cervello. E’ in difficoltà.