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Roma-Genoa, le pagelle di CM: Dybala Joya part-time. Banco Matic. Zaniolo ancora irritante
Mancini 6,5: Senza Smalling è il delegato agli avversari con più centimetri, ma è chiamato spesso anche a correre in soccorso di Kumbulla e a verticalizzare verso la zona offensiva.
Kumbulla 6: Appare in costante ritardo sulla lettura delle situazioni nella prima mezz’ora. Davanti ha tre chance ma la prende male di testa. Ripresa meno problematica ma resta un senso di apprensione.
Ibanez 6,5: Pronti, via e qualche impaccio. Poi riprende gli equilibri cercando anche di alzare il raggio d’azione del gioco romanista. Diventa l’incubo di Coda e il miglior amico di Kumbulla con una lettura del gioco sempre attenta.
Zalewski 6: Ha ritrovato lo smalto della passata stagione. Affetta i tentativi di contropiede genoani e diventa spesso l’uomo in più in fase offensiva. Ripresa meno brillante. (75’ Celik sv)
Matic 7: Gestisce da ambasciatore di lunga data le pratiche palla al piede, anche quelle più bollenti. E’ ispirato, è coinvolto, è sempre al centro delle azioni degne di nota come il tiro di Abraham o la traversa di Pellegrini.
Bove 6,5: Verticalizza e combatte dalle parti di Zaniolo, non sempre con lucidità a dire il vero. E poi tira in porta, questo non è da tutti. Nella Roma chiaramente. (61’Cristante 6: mette sostanza ed esperienza, ma perde pure una palla pericolosa)
El Shaarawy 5,5: Cerca di alzare la fertilità nell’area avversaria, senza successo alcuno. La sensazione è che possa essere più utile a gara in corsa che partendo dall’inizio. (61’ Spinazzola 6: la strada ora è piena di sterpaglie, prova a toglierne un po’)
Pellegrini 6: Riportato là davanti, dove batte il sole. Verticalizza a un tocco per Abraham, coglie in pieno la traversa e ribadisce la sua precisione da calcio piazzato. Esce per un problema fisico. (1’st Dybala 7: mai un giorno di permesso. Entra e sfiora subito il gol, passano i minuti e trova la perla dentro l’ostrica. E’ un campione, e coi giocatori forti si vince. Senza no. Amara e banale verità)
Zaniolo 5: Lotta greco-romana con Dragusin e quella ricerca degli spazi stretti nei quali spesso si perde. Poi però si spegne, e lascia tutti delusi. Forse anche sé stesso come dimostra il gesto di strappare la maglia a fine primo tempo. (86’ Tahirovic sv: un bel pezzo di bravura nel finale)
Abraham 5,5: L’appetito vien mangiando, soprattutto per i bomber. Il primo pericolo lo crea con la complicità di Matic e Pellegrini, ma c’è Martinez a rovinargli la festa. Poi passa la fame
Mourinho 6,5 : Prima panchina effettiva del 2023 per lo Special di coppa. Poco turn-over, soprattutto davanti. L’effetto Olimpico non scalda il gioco giallorosso, e non basta qualche fiammata nel primo tempo per piegare il Genoa. La ripresa è di dominio totale. Ci vuole Dybala, come spesso capita. Ma stavolta la Roma è sembrata più sul pezzo.
GENOA
Martinez 7: Attento su Abraham, meno coi piedi. Su Dybala è prodigioso, poi poco può
Vogliacco 5,5: Non spinge, né arranca. Poi si imbambola su Dybala
Bani 6: Mantiene posizione e nervi saldi concedendo ad Abraham una sola occasione nel primo tempo. Nella ripresa però c’è Dybala
Dragusin 6,5: Si incolla a Zaniolo, in tutti i sensi. E ha la meglio. Poi picchia duro pure su Bove.
Sabelli 6: Ex con voglia di farsi rimpiangere. Sempre attento
Sturaro 6: Ha precisi compiti di non strabordare, ma appena vede il varco prova a mandare in porta Yalcin.
Badelj 5,5: Conosce le zolle di questo stadio, non esagera e mantiene un low profile. Certo Matic è un’altra categoria (63’ Strootman 6: ex applaudito, entra e la Roma segna. Ma non ha colpe)
Galdames 6: Garra e occhi serrati, finché può. (75’ Aramu 6: almeno ci prova, e porta qualità. Sotto porta però si divora un gol)
Czyborra 5,5: Addetto a molte ripartenze, poche riescono però. A rischio rosso, esce. (63’ Criscito 6: bentornato)
Yalcin 5: Spreca un’occasione d’oro. Poi sparisce
Coda 5,5: Cerca di trovare spiragli. Kumbulla li concede, gli altri no. (75’ Puscas 6: Mette fisico e coraggio)
Gilardino 5,5: Il piano è chiaro: difendere e ripartire. Forse si poteva usare qualcosa in più