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    Roma, è il momento più difficile per Pellegrini. Nel mirino dei tifosi, cosa cambia con Juric

    Roma, è il momento più difficile per Pellegrini. Nel mirino dei tifosi, cosa cambia con Juric

    • Andrea Distaso
    Qualora non si fosse capito, il caso è ufficialmente aperto. La tifoseria della Roma non si è scoperta mai così compatta in uno dei momenti più complicati della sua storia recente. Il punto più basso della gestione della famiglia Friedkin è coincisa col secondo esonero negli ultimi 9 mesi e col trattamento riservato ad uno degli allenatori – piaccia o non piaccia – più vincenti degli ultimi tempi e successivamente ad una bandiera nella quale chiunque si riconosceva. Ma la crisi tecnica della Roma affonda le radici in un malessere molto più diffuso e che, limitandoci ad osservare soltanto le dinamiche calcistiche, rischia di travolgere uno dei giocatori più discussi nella Capitale. Da ieri la gestione di capitan Lorenzo Pellegrini diventa un tema in agenda, una delle prime grane che il nuovo allenatore Ivan Juric dovrà dimostrare di saper affrontare.

    PERCHE' DE ROSSI E' STATO ESONERATO


    La durissima contestazione subita dal centrocampista classe '96, all'ingresso e all'uscita dal centro sportivo di Trigoria, è un segnale pesantissimo della profonda scollatura che si è venuta a creare tra la parte più calda e viscerale del tifo romanista e i suoi calciatori, in particolare nei confronti di quelli nei quali oggi viene più naturale riconoscersi. Quindi il gruppo degli italiani e, nel caso di Pellegrini, dei giocatori romani e romanisti, cresciuti nel settore giovanile e per questo investito di una responsabilità maggiore. Il trattamento dedicato ieri al giocatore della Nazionale – con eccessi assolutamente da condannare senza se e senza ma – rischia di creare una situazione irrespirabile, tossica, con conseguenze imprevedibili sulle dinamiche di spogliatoio e sul lavoro quotidiano di Juric. Con tutto il rispetto per Bryan Cristante, l'altro elemento della rosa oggetto delle più forti contestazioni del surreale pomeriggio di martedì, il nome di Pellegrini e quella fascia al braccio implicano altro.

    PRIMA MOURINHO E ORA DE ROSSI: A ROMA E' CAOS

    Anche in occasione dei suoi ultimi giorni da allenatore della Roma, Daniele De Rossi si è messo a protezione dei suoi calciatori e ha in qualche modo “sfidato” il parere contrario della sua gente in merito a quei ragazzi – Pellegrini, Cristante, ma anche Paredes – che sono stati maggiormente bersagliati dalle critiche negli ultimi tempi. Era nella posizione di farlo, per tutto ciò che ha rappresentato e continuerà a rappresentare anche dopo questa dolorosa e traumatica separazione. Anche per questo, il timore che un personaggio nuovo nella città di Roma ed estraneo a determinati meccanismi come Ivan Juric non abbia le spalle sufficientemente larghe per sostenere tutto questo esiste. Tanto più in un momento storico in cui la dirigenza e la proprietà non godono propriamente del 100% dei consensi.

    COME SARA' LA ROMA DI JURIC

    Parlando più semplicemente di calcio giocato, come dobbiamo immaginarci il ruolo di Lorenzo Pellegrini nella Roma dell'ex tecnico del Torino? Difficile e gravissimo sarebbe immaginare una decisione per grattare la pancia dei tifosi, quindi un'esclusione o una posizione comunque meno centrale del numero 7. Molto più facile supporre che inizialmente l'allenatore croato decida di ripartire dalle certezze e da quei giocatori che conoscono meglio ogni angolo dello spogliatorio e che sanno odorare gli umori di una piazza in subbuglio. Quindi Pellegrini titolare e leader a modo suo da ascoltare. Senza perdere di vista un aspetto fondamentale: dopo una partenza così a rilento, quello che conta sono principalmente i risultati. E, con un contratto firmato fino a giugno 2025 e un'opzione di rinnovo che scatta solamente in caso di qualificazione alla Champions League, arriverà il momento nel quale Juric dovrà decidere quale strada prendere. Per il bene suo e di tutta la Roma.

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