Ranieri: "La mia ultima Roma, ho capito i Friedkin e sul ritorno di Totti…"
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"Negli ultimi mesi ho ricevuto più richieste che dopo il trionfo col Leicester. Quando mi sono accorto che c'era ancora voglia di Ranieri, la voglia è tornata pure a me, ma sapevo che l'avrei fatto solo per due squadre, Cagliari e Roma. Mi hanno tirato giù dall'Aventino. Quel lunedì di novembre, mi telefonò Ghisolfi per dirmi che i Friedkin volevano parlarmi. Sono partito subito per Londra. Avevano appena esonerato Juric, chiamano me e che pensiero posso mai fare? Claudio, si ricomincia. Ho capito i Friedkin, hanno voglia di fare bene, di riportare in alto la Roma. Non parlano in pubblico? Gli americani sono fatti così, affidano i compiti alle persone che scelgono e se non vanno bene le cambiano".
"Come ho trovato la squadra? Come tutte le squadre che escono da un esonero. In questo caso addirittura due in pochi mesi. Giù moralmente, ma a posto fisicamente. Con Daniele De Rossi e Juric avevano lavorato bene sul piano atletico. Io ho semplicemente portato le mie idee, ho provato a stimolare i ragazzi, siamo entrati presto in sintonia. Cosa significa entrare in sintonia? Pensare le stesse cose, dare tutto l'uno per gli altri. Giocare sempre alla morte. Sono uno che in allenamento pretende tanto, quando arriva la partita lascio libertà ai giocatori perché, se hanno lavorato bene, sanno come comportarsi sia difensivamente sia offensivamente. A ogni errore deve corrispondere una reazione, nessuno deve ripensare allo sbaglio che ha appena commesso. C'è tanto tempo ancora. Sbagliamo tutti, in campo, nella vita… Tempo fa lessi una frase che mi piacque parecchio: se un errore non è un trampolino di lancio, è un errore. Ho tutto chiaro, ma ora le cose vanno meglio, la squadra ha recuperato l'autostima, è in fiducia".
"Dopo aver vinto il quinto derby su cinque ero contento per i tifosi, la gioia che riesci a donare è più grande di quella che provi. Io non ho paura di dire le cose: abbiamo battuto una Lazio che sta facendo una grande stagione e un bellissimo calcio. Domenica ho visto una Roma diversa, una Roma che sa stare in campo. Molto distante da quella di Napoli, ma ero arrivato solo da un giorno e i nazionali erano appena rientrati. Il progresso, la crescita è notevole. A Napoli avevamo fatto una partita buonina, ma eravamo stati troppo timidi, non avevamo mai provato a vincere".
"Il mercato invernale? Ho già una buona rosa, ma va completata perché tra poco giocheremo tre partite a settimana. Serve qualcosa in più, del resto si parla di mercato di riparazione e allora anche noi proviamo a riparare. Ci saranno delle partenze, certo, e gli ingressi dovranno rispettare i parametri del Fair Play Finanziario".
"Dybala lo vedo con il sorriso. Il sorriso è importante, chi arriva al campo col sorriso, come Paulo, facilita le cose e ti riempie il cuore. Dybala mi piaceva tanto già quand'era al Palermo. Per me sono tutti centrali, devono esserlo. Paulo è di un calcio superiore, ora gioca tanto perché sta bene, ma va salvaguardato. Lo tolgo non appena lo vedo stanco. Nel derby lui e Dovbyk hanno fatto un lavoro eccezionale, contribuendo al successo in modo decisivo".
"A Paredes e Hummels non devi dire niente, loro sanno bene cosa fare e i compagni gli riconoscono la leadership, non a caso si appoggiano sempre su di loro".
"Totti? Posso garantire che parlerò con Francesco, prima però dovrà capire cosa vuol fare da grande. Parlerò con lui, così come ho parlato con Daniele De Rossi e vorrei tanto abbracciare Bruno Conti, che non vedo da troppo tempo. Ci sono preclusioni dei Friedkin relativamente al ritorno di Totti? Non ne abbiamo ancora parlato, ma non penso, non lo so".
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Che grande uomo e che grande professionista. Quando c'è stato bisogno è sempre corso in aiuto, in...