AFP/Getty Images
Pippo Russo: no al turnover per Kalinic
Come Bologna e Lazio, la Fiorentina sceglie questa giornata per cancellare lo 0 dalla casella dei pareggi. Lo fa in modo avventuroso, al termine di un derby con l'Empoli con tutti i crismi del derby: un tempo a testa, valori tecnici dapprima sovvertiti e poi restaurati, cuore e temperamento prima che stile, e una lista di contestazioni arbitrali che in occasioni del genere non possono mancare. Alla fine il pari è il risultato più equo, anche se le due squadre se ne tornano a casa con la sensazione di aver buttato via un’occasione: l’Empoli perché era andato all’intervallo meritatamente in doppio vantaggio, dando l’impressione di poter controllare la gara; la Fiorentina per aver buttato via un tempo e per le occasioni sprecate nella ripresa.
QUI FIORENTINA – Fin qui il turnover di Paulo Sousa aveva funzionato, anche in versioni radicali. Sicché sarebbe eccessivo mettere sotto accusa le scelte di rotazione compiute oggi, soltanto perché si è verificato un mezzo passo falso. Piaccia o no, la logica di gestione del gruppo scelta dall’allenatore portoghese è questa e sta portando la squadra viola a un campionato di testa. Inoltre, la cruciale gara di Europa League a Basilea, in programma per giovedì, obbligava a alternare le forze a disposizione. Piuttosto, sono altre le considerazioni da fare, e riguardano i singoli che dall’allenatore vengono sottoposti a rotazione. Un dossier a parte è ormai quello di Mario Suarez, la brutta copia del calciatore ammirato due stagioni fa con la maglia dell’Atletico Madrid. Il gol messo a segno nella precedente gara casalinga, il quarto dei quattro rifilati dai viola al tenero Frosinone, aveva fatto emettere affrettati giudizi sul recupero del centrocampista spagnolo. E invece i primi 45 minuti di oggi hanno messo in mostra il Suarez d’inizio campionato, quello finito in panchina dopo che nella gara di Modena contro il Carpi era stato ripreso per 90 minuti da Paulo Sousa a causa di uno stile troppo scolastico. Lasciarlo negli spogliatoi all’intervallo è stata la logica connclusione. A un Mario Suarez il cui utilizzo andrebbe reso più parsimonioso di quanto già non sia, fa da contraltare Nikola Kalinić. A proposito del quale bisogna rispolverare l’adagio usato da George Orwell in La fattoria degli animali. Per dire che davanti al turnover sono tutti uguali, ma poi ci sono alcuni più uguali degli altri. Casomai ce ne fosse bisogno, oggi il centravanti croato ha dimostrato una vota di più che finché si regge minimamente in piedi deve essere mandato in campo. Oggi è entrato dopo l’intervallo, e in poco più di un quarto d’ora ha acciuffato l’Empoli mettendo a segno una doppietta. Nel finale ha centrato la traversa, che gli ha negato la seconda tripletta della stagione e la testa della classifica cannonieri. Higuain con 10 gol resta avanti di una lunghezza rispetto al croato, che però si conferma una delle più grandi sorprese del torneo.
QUI EMPOLI – Il segreto del primo tempo giocato da grande squadra dall’Empoli? Quei tre davanti: Maccarone e Livaja di punta, e Saponara nel ruolo di trequartista. Per 45 minuti fanno la differenza non soltanto per ciò che producono in attacco e per la grande mobilità, ma soprattutto perché esercitano una pressione come difficilmente si vede fare ai giocatori di punta. È persino riduttivo parlare di pressing, perché il trio Maccarone-Saponara-Livaja fa di più: va a marcare, tre contro tre, la linea difensiva della Fiorentina composta da Tomovic, Gonzalo Rodriguez e Astori. Che infatti non sono mai stati in affanno come oggi. In certi casi anche la squadra maggiormente abituata a giocare sempre la palla dovrebbe avere l’umiltà di scaraventarla via, specie nelle fasi in cui è meglio non sottilizzare. Oggi la Fiorentina è andata in affanno per tutto il primo tempo e per larghi tratti del secondo proprio per non aver saputo eludere la morsa del terzetto d’attacco empolese. Fatale che i tre attaccanti non potessero reggere quel ritmo per 90 minuti, e infatti due di loro (Maccarone e Saponara) sono stati sostituiti. È rimasto in campo per tutta la gara Marko Livaja, croato come Kalinić, e al pari del connazionale migliore in campo fra i suoi. Per lui un gol di potenza (ma viziato da fuorigioco), un costante movimento e, purtroppo, una nota negativa: quelle mani in faccia a Tomovic al culmine di un battibecco, che da un arbitro più severo sarebbero state punite con l’espulsione. È la solita storia: se non fosse una testa calda, questo ragazzo avrebbe già fatto ben altra carriera.
@pippoevai
QUI FIORENTINA – Fin qui il turnover di Paulo Sousa aveva funzionato, anche in versioni radicali. Sicché sarebbe eccessivo mettere sotto accusa le scelte di rotazione compiute oggi, soltanto perché si è verificato un mezzo passo falso. Piaccia o no, la logica di gestione del gruppo scelta dall’allenatore portoghese è questa e sta portando la squadra viola a un campionato di testa. Inoltre, la cruciale gara di Europa League a Basilea, in programma per giovedì, obbligava a alternare le forze a disposizione. Piuttosto, sono altre le considerazioni da fare, e riguardano i singoli che dall’allenatore vengono sottoposti a rotazione. Un dossier a parte è ormai quello di Mario Suarez, la brutta copia del calciatore ammirato due stagioni fa con la maglia dell’Atletico Madrid. Il gol messo a segno nella precedente gara casalinga, il quarto dei quattro rifilati dai viola al tenero Frosinone, aveva fatto emettere affrettati giudizi sul recupero del centrocampista spagnolo. E invece i primi 45 minuti di oggi hanno messo in mostra il Suarez d’inizio campionato, quello finito in panchina dopo che nella gara di Modena contro il Carpi era stato ripreso per 90 minuti da Paulo Sousa a causa di uno stile troppo scolastico. Lasciarlo negli spogliatoi all’intervallo è stata la logica connclusione. A un Mario Suarez il cui utilizzo andrebbe reso più parsimonioso di quanto già non sia, fa da contraltare Nikola Kalinić. A proposito del quale bisogna rispolverare l’adagio usato da George Orwell in La fattoria degli animali. Per dire che davanti al turnover sono tutti uguali, ma poi ci sono alcuni più uguali degli altri. Casomai ce ne fosse bisogno, oggi il centravanti croato ha dimostrato una vota di più che finché si regge minimamente in piedi deve essere mandato in campo. Oggi è entrato dopo l’intervallo, e in poco più di un quarto d’ora ha acciuffato l’Empoli mettendo a segno una doppietta. Nel finale ha centrato la traversa, che gli ha negato la seconda tripletta della stagione e la testa della classifica cannonieri. Higuain con 10 gol resta avanti di una lunghezza rispetto al croato, che però si conferma una delle più grandi sorprese del torneo.
QUI EMPOLI – Il segreto del primo tempo giocato da grande squadra dall’Empoli? Quei tre davanti: Maccarone e Livaja di punta, e Saponara nel ruolo di trequartista. Per 45 minuti fanno la differenza non soltanto per ciò che producono in attacco e per la grande mobilità, ma soprattutto perché esercitano una pressione come difficilmente si vede fare ai giocatori di punta. È persino riduttivo parlare di pressing, perché il trio Maccarone-Saponara-Livaja fa di più: va a marcare, tre contro tre, la linea difensiva della Fiorentina composta da Tomovic, Gonzalo Rodriguez e Astori. Che infatti non sono mai stati in affanno come oggi. In certi casi anche la squadra maggiormente abituata a giocare sempre la palla dovrebbe avere l’umiltà di scaraventarla via, specie nelle fasi in cui è meglio non sottilizzare. Oggi la Fiorentina è andata in affanno per tutto il primo tempo e per larghi tratti del secondo proprio per non aver saputo eludere la morsa del terzetto d’attacco empolese. Fatale che i tre attaccanti non potessero reggere quel ritmo per 90 minuti, e infatti due di loro (Maccarone e Saponara) sono stati sostituiti. È rimasto in campo per tutta la gara Marko Livaja, croato come Kalinić, e al pari del connazionale migliore in campo fra i suoi. Per lui un gol di potenza (ma viziato da fuorigioco), un costante movimento e, purtroppo, una nota negativa: quelle mani in faccia a Tomovic al culmine di un battibecco, che da un arbitro più severo sarebbero state punite con l’espulsione. È la solita storia: se non fosse una testa calda, questo ragazzo avrebbe già fatto ben altra carriera.
@pippoevai