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    Pippo Russo: scusi Corvino, Diawara non l'ha scoperto Lei?

    Pippo Russo: scusi Corvino, Diawara non l'ha scoperto Lei?

    Molti lettori di calciomercato.com ricorderanno un film hollywoodiano circolato nelle sale nell’anno 2004, “Il candidato della Manciuria”. Diretto da Jonathan Demme, è il remake di un lungometraggio del 1962 diretto da John Frankenheimer, il cui titolo dell’edizione italiana era “Va’ e uccidi”. Nella versione del 2004 è la storia di Bennett Marco, un reduce della prima Guerra del Golfo (quella del 1991), che comincia a avere dei dubbi su un episodio di quel conflitto per il quale gli è stata conferita una decorazione. Quell’episodio, avvenuto durante l’operazione Desert Storm, aveva registrato un comportamento eroico ai limiti del superomismo da parte del sergente Raymond Prantiss Shaw. Che è anche il rampollo di una potente dinastia da tempo in prima linea sul confine tra politica e affari. Dopo essere stato celebrato come un eroe di guerra, il sergente Shaw si avvia a diventare vicepresidente degli Usa dietro la spinta della madre senatrice e soprattutto della potentissima Manchurian Global.

    Poco a poco il veterano Bennett Marco scopre di essere stato sottoposto, unitamente a tutta della squadra che aveva partecipato all’operazione in cui il sergente Shaw aveva dato dimostrazione d’eroismo, a un lavaggio del cervello. Lo scopre quando si rende conto che i reduci di quella notte non soltanto divulgano la medesima versione dei fatti senza il minimo scarto di narrazione personale, ma che addirittura usano le stesse, identiche parole sistemate in rigida sequenza. Come se stessero snocciolando una filastrocca, o fossero attori inconsapevoli di una sceneggiatura. E in questo senso rimane impressa nella memoria la scena in cui tutti i componenti di quella spedizione si vedono inculcare quella versione dei fatti e diligentemente la ripetono in coro, totalmente eterodiretti. Per capire, potete guardare il film disponibile su You Tube in versione integrale (purtroppo non in lingua italiana, ma in inglese con sottotitoli (clicca QUI), soffermandovi su due sequenze: quella che parte dal minuto 5:00 e si completa al minuto 7:30, e quella che va dal minuto 26.00 al minuto 29:40.

    La suggestione da “The Manchurian Candidate” mi è tornata più volte in mente a ogni partita del Bologna vista in tv durante questo primo scorcio di campionato. Perché puntualmente, massimo alla terza palla toccata da Amadou Diawara, parte la litania: “calciatore scoperto da Pantaleo Corvino, che lo aveva portato nella sua scuola calcio a Lecce”. Una ripetizione ossessiva cui nessun telecronista di Sky Sport (posso parlare soltanto di quelli) è stato capace di sottrarsi. Come se, al pari di quei soldati reduci dall’operazione in cui “l’eroico sergente Shaw” aveva abbattuto da solo mezzo esercito iracheno, si fossero visti inculcare la filastrocca e portassero un microchip sotto cute. 

    Io questa storia di Diawara la sapevo diversa, fin dall’estate. E mi pareva che la versione in mio possesso fosse malevola. Ma purtroppo si sa com’è, la verità è come lo sterco: prima o poi viene a galla. E infatti sono arrivate in sequenza le conferme alla controstoria. Che ieri si è vista dare il sigillo definitivo dopo l’intervista rilasciata a calciomercato.com da Luca Mancini, presidente del San Marino (leggi QUI): a scoprire il ragazzo, e a portarlo in Italia dopo un provino in Guinea, è stato il club della Repubblica del Titano. E inoltre, a prendersi più direttamente il merito d’aver trovato questo talento è stato il talent scout Robert Visan (clicca QUI). Diawara è stato dapprima mandato a giocare nella Virtus Cesena, e poi ha giocato la seconda metà della scorsa stagione col San Marino in Lega Pro.

    E Corvino? E la sua Academy? Visan riferisce di essere stato lui a segnalare Diawara al Panzer rossoblù. E Mancini aggiunge che “Corvino veniva qui a vedere gli allenamenti di nascosto”. In effetti è uno che passa inosservato. Quanto alla permanenza del ragazzo nella Scuola Calcio leccese, il racconto è stato drasticamente ridimensionato. Il “giocatore-scoperto-da-Corvino-che-lo-aveva-portato-nella-sua-scuola-calcio-a-Lecce” sarebbe stato in Salento una settimana (leggi QUI). Una cosa dimostrabilissima, così come l’offerta da 15 milioni che lo Schalke 04 avrebbe fatto la scorsa estate (per prendere un giocatore che fin lì aveva alle spalle soltanto 12 partite in Lega Pro), cui Corvino avrebbe opposto fiero rifiuto. Addirittura ci sono versioni ancor più minimal di quella parentesi salentina: Diawara “è passato” dalla Corvino Soccer Academy. E immaginiamo la scena: “Chi è passato stamattina?”; “Sono passati il postino, il lattaio e Diawara”. Disattivate i chip, per favore. E tornate a parlare di calcio giocato, che ormai è l’ultima delle vostre preoccupazioni.

    @pippoevai

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