Pippo Russo: Leeds, la statua di Don Revie e quella petizione a Cellino
Nei giorni scorsi sul sito Change.org, lo spazio web specializzato nella promozione di petizioni, è stata promossa una campagna per la ricollocazione della statua di Don Revie (CLICCA QUI). Che per la comunità dei tifosi del Leeds è il mito per eccellenza. Si tratta dell’allenatore cui si deve il periodo di maggior gloria attraversato dal club dello Yorkshire. Durante i dodici anni trascorsi sulla panchina dello United, con inizio da allenatore-giocatore, Don Revie portò la squadra dalla Seconda Divisione alla vittoria di due campionati, una FA Cup, una Coppa di Lega, due Coppe delle Fiere (manifestazione poi ridenominata Coppa Uefa). Vanno messe nel conto anche la finale della Coppa delle Coppe 1972-73, persa contro il Milan, e la semifinale della Coppa dei Campioni 1969-70. Revie lasciò il Leeds per andare a guidare la nazionale inglese. Con poca fortuna (CLICCA QUI). All’esterno della comunità dei tifosi del Leeds l’immagine del tecnico non è così brillante. Il suo Leeds viene ricordato per uno stile di gioco che definire intimidatorio è un eufemismo. Inoltre, grazie al libro e alla fiction sul “Maledetto United” è emersa la natura dispotica e intrigante di Revie, soprattutto nel rapporto col suo successore sulla panchina del Leeds, Brian Clough. Al quale venne resa la vita impossibile, fino all’esonero. I due ebbero anche un tumultuoso faccia a faccia televisivo rimasto nella storia (CLICCA QUI). Sull’immagine di Don Revie, che chiuse la carriera da allenatore andando a guidare la nazionale degli Emirati Arabi Uniti in cambio di un ricchissimo contratto e morì nel 1989, si sono proiettate anche ombre di match fixing (CLICCA QUI). Ma su questi presunti episodi non è mai stata fatta chiarezza.
Di tutti questi aspetti oscuri ai tifosi del Leeds United importa poco. Per loro Don Revie rimane il più grande allenatore nella storia del club, e così è giusto che sia. Alla fede calcistica non si comanda, e in assenza di prove sui tentativi di match fixing resta nient’altro di significativo a rimettere in discussione l’immagine dell’ex manager. Non possono certo essere le accuse di dispotismo o di scorrettezza professionale verso un collega a oscurare le glorie raggiunte sul campo. E anzi, a segnare l’eterna gratitudine del club e della sua comunità al vecchio allenatore è stata dedicata a quest’ultimo una statua in bronzo, collocata in prossimità dello stadio di Elland Road e inaugurata a maggio del 2012.
È a quella statua che la petizione lanciata quattro giorni fa da Change.org si riferisce. Sotto il titolo “Move the Don Revie statue”, il promotore Stuart Knowles chiede che l’opera venga spostata più a ridosso dell’impianto in cui il Leeds United gioca le gare casalinghe. A suo giudizio lo spazio in cui la statua è collocata non è vicino abbastanza. Il posto più consono sarebbe in prossimità dell’ingresso principale alla East Stand. E in basso viene indicato il nome del destinatario della petizione: Massimo Cellino. Il che sarebbe anche una cosa scontata, se non fosse per il significato simbolico della richiesta. Al proprietario che da grossa parte della tifoseria continua a essere percepito come un intruso viene chiesto di condurre una mossa dal grande valore identitario.
Viene da chiedersi come il tifoso medio del Leeds abbia accolto questo appello fatto a Cellino. Di sicuro, esso arriva mentre il proprietario del club ammette che per dare l’assalto alla Premier bisognerà aspettare almeno la prossima stagione (CLICCA QUI). Da quando l’imprenditore sardo ne è proprietario, il Leeds non è riuscito a schiodarsi dalla mediocrità. Lo scorso campionato ha visto la squadra concludere al quindicesimo posto, staccata di 22 punti dalla zona playoff e di 33 dalla promozione diretta. Quest’anno è iniziato così così, con una tendenza ai pareggi che alla lunga rischia d’essere compromettente. Lasciando Cagliari per Leeds, Cellino dichiarò che passava dalla Cinquecento alla Ferrari. Ma sotto la sua guida quella Ferrari va più lenta di una Cinquecento. Per un proprietario costretto a fare i conti con una pesante tara di antipatie e pregiudizi quella petizione è una chance inattesa. La coglierà?
@pippoevai