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Pippo Russo: Giochi di potere, Jorge Mendes e l’alleato cinese
L’espansione di Fosun nell’economia europea è in pieno corso. Riportarne tutte le tappe richiederebbe la compilazione di una lista lunghissima. Ci si limita a darne alcuni esempi, a partire da uno che riguarda la realtà italiana: l’acquisto dell’ex sede di Unicredit a Milano, in piazza Cordusio, per 345 milioni (CLICCA QUI). Altra recente e clamorosa acquisizione è stata quella del Gruppo Club Med (CLICCA QUI), giunta dopo che il gruppo cinese ha stretto una joint venture con uno storico colosso globale del settore turistico, Thomas Cook. Nel pieno di tanto attivismo, Fosun ha già messo le mani su importanti segmenti dell’esangue economia portoghese (CLICCA QUI). Aveva provato a comprare anche il Novo Banco, la banca nata sulle ceneri del fallito Banco Espirito Santo grazie a una pesante operazione di salvataggio costata 4,9 miliardi, 3,9 dei quali pagati dai contribuenti di un paese che era già sotto osservazione delle autorità comunitarie ben prima ancora dell’esplodere della crisi greca. Nei mesi scorsi Fosun aveva presentato un’offerta per l’acquisizione del Novo Banco, che però le autorità politiche e bancarie portoghesi avevano giudicato meno vantaggiosa rispetto a quella avanzata da un altro gruppo cinese, Anbang. Peccato che al momento di concludere Anbang si sia tirato indietro, lasciando le autorità portoghesi col cerino in mano. È toccato loro tornare a chiedere la disponibilità dei soggetti che avevano presentato delle offerte e se le erano viste scartare, e adesso costoro hanno ben altra forza negoziale. E infatti da Fosun hanno già fatto sapere di non avere alcuna intenzione d’alzare l’offerta presentata nei mesi scorsi (CLICCA QUI).
Come altri colossi dell’estremo oriente, per Fosun l’approdo nel campo di Sport & Entertainment è stato l’evoluzione naturale. Si era parlato di un interesse per l’Espanyol, prima che il secondo club di Barcellona finisse nelle mani di un altro attore cinese, il Rastar Group (CLICCA QUI). E è tuttora in corso la trattativa che vede Fosun partecipare al consorzio CMC (China Media Capitals), la cui missione è acquistare da CVC il 35,5% del pacchetto azionario della Formula 1. A questo scopo è stata avanzata un’offerta da 8,5 miliardi di dollari. In CMC, consorzio guidato dallo statunitense Stephen Ross (proprietario della franchigia NFL dei Miami Dolphins), c’è anche il Dalian Wanda Group di Wang Jianlin. Cioè l’uomo più ricco della Cina e il gruppo che nei mesi scorsi ha dapprima comprato il 20% dell’Atletico Madrid, per poi acquisire Infront sborsando 1 miliardo e 50 milioni di euro.
Siamo dunque nel campo dell’altissima finanza. E in questo campo è entrato Jorge Mendes. Che, contrariamente a quanto si ipotizzava a giugno, non ha venduto il 50% di Gestifute. A essere oggetto della transazione è una piccola quota della Start S.A. (CLICCA QUI). Ma al di là di quali siano i veicoli utilizzati per realizzare l’affare, e delle cifre circolate, ciò che richiama l’attenzione sono altri dettagli. Innanzitutto, che Jorge Mendes ha trattato direttamente con Guo Guangchang, che di Fosun è il leader oltreché uno dei quattro soci fondatori. E dalle dichiarazioni rilasciate dopo l’ufficializzazione dell’affare si scopre che la missione del boss di Gestifute è quella di dare una mano affinché il calcio cinese compia il definitivo salto di qualità. Una missione che in Cina è ormai un affare di stato, per impulso diretto del presidente Xi Jinping (CLICCA QUI). Ordini dall’alto, la Cina deve diventare una potenza mondiale del pallone entro la metà di questo secolo. Alta finanza e alta politica, col pallone nel mezzo e Jorge Mendes a fare da Gran Ciambellano. Se poi capita che Guo Guangchang, uno degli uomini più ricchi del mondo, affermi di essere (lui) onorato di avere il super-agente portoghese al proprio fianco, capirete a che livelli siamo arrivati. Di sicuro, il boss di Gestifute da oggi in poi sarà sempre più ricco e potente. E sempre più intoccabile.
Pippo Russo
@pippoevai