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    Pioli: "Theo l'ho spronato ogni giorno. Leao? A forza di criticarlo si perde di vista la realtà. Bastone e carota..."

    Pioli: "Theo l'ho spronato ogni giorno. Leao? A forza di criticarlo si perde di vista la realtà. Bastone e carota..."

    Stefano Pioli, ex allenatore del Milan e oggi protagonista in Arabia con l'Al Nassr nella lunga intervita concessa alla Gazzetta dello Sport è tornato a parlare della gestione del gruppo e dei giocatori più rappresentativi in casa rossonera come Rafael Leao e Theo Hernandez che finora, almeno nella gestione Fonseca, sono stati protagonisti in negativo. Pioli ha sottolineato come, per entrambi ma soprattutto per il terzino francese, sia stato rimproverato di aver usato troppo la carota, ma che in realtà usava ampiamente, in privato, anche il bastone.

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    THEO VA STIMOLATO - "Theo è un bravo ragazzo. Ognuno ha le sue strategie per ottenere il meglio dai giocatori. Non c’è stato un solo giorno di Milan in cui non abbia dovuto spronarlo. Ma ditemi un solo terzino sinistro al mondo che sappia spostare le partite come lui. Mi hanno rimproverato di usare solo la carota. Non è vero. Ma il bastone io non lo mostravo in pubblico".

    LEAO - "A forza di criticarlo, si perde di vista la realtà, cioè un ragazzo in continua crescita. Anche quest’anno. Io resto convinto che Rafa possa ancora diventare fortissimo, non so se da Pallone d’oro, ma molto più forte di ora. Ci sta arrivando. Quando andava in nazionale gli dicevo: “Osserva bene tutto ciò che fa CR7, poi me lo riferisci”. Tornava, mi raccontava e io gli dicevo: “Lo vedi? Fallo anche tu!”".

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    REIJNDERS - "Moncada mi disse: “Dai un occhio a questo ragazzo”. L’avevo già ammirato in una partita di Conference contro il West Ham. Restai affascinato dall’eleganza e dalla capacità di andare oltre l’avversario senza dribblarlo. Sì, feci di tutto per averlo. All’inizio del campionato gli capitavano due occasioni a partita. Lo martellavo: “Tijj, ti tirerò fuori i gol che hai dentro”. Ora li sta tirando fuori tutti. Fofana l’ha completato. Noi, perso Krunic, abbiamo avuto problemi. La verità è che giocare in Italia non è semplice e un anno d’ambientamento serve".

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