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Pioli e l'addio al Milan: "Ecco quando ho capito che era finita. Tre offerte dalla Serie A, avrei lottato per lo Scudetto"
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EMOZIONE MILAN - "Se ho seguito il Milan? Poco. Confesso: non ci riuscivo, mi emozionavo troppo davanti alla tv. È stato un distacco importante. Ho visto per intero una partita sola, la più brutta... Milan-Juve. E il secondo tempo col Real. Il derby? Era scritto che il Milan vincesse, senza di me...".
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L'ADDIO - "Era arrivata una conclusione fisiologica, i derby l’hanno accelerata. Perderne sei di fila mi ha fatto male, naturale. Soprattutto i due di Champions, anche perché hanno tolto valore a un grande risultato: essere tornati in semifinale dopo 16 anni".
IL DISCORSO PRE-ROMA-MILAN - "Quando ho capito che era finita? C’è stato un momento preciso: ritorno dei quarti di Europa League, Roma-Milan, all’Olimpico. All’andata avevamo perso 1-0. In spogliatoio, prima del match feci un discorso da pelle d’oca, uno dei miei più sentiti di sempre. Ero sicuro di passare. Invece alla squadra non arrivò nulla e in campo fece poco. Lì mi accorsi che quello che davo non bastava più. L’empatia si era guastata".
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ANNO SABBATICO? - "Avevo in mente un anno di stacco, dopo i 5 di Milan, belli, ma estenuanti. Avevo già pianificato un mese a Londra per perfezionare l’inglese e visitare qualche club: Chelsea, Tottenham… Avrei potuto godermi il super-contratto Milan, ma ho capito presto che avrei faticato a restare fermo".
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OFFERTE DALL'ITALIA - "Se avevo offerte dall'Italia? Tre. La prima a maggio, l’ultima poco prima dell’Arabia. Ma dopo la splendida avventura al Milan, non mi sembrava giusto allenare in Italia. Se avrei lottato per lo scudetto? Credo di sì…".
Le tre proposte furono del Bologna, del Napoli e della Roma, l'ultima appunto poco prima di accettare l'Arabia e dopo l'esonero di Daniele De Rossi.
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Probabilmente se la Juve avesse preso Pioli, oggi sarebbe messa meglio sicuramente. È un ottimo...