Perché il subbuteo non muore mai (e si prende la rivincita sulla playstation)
Le nostre pazienti compagne si mettano il cuore in pace, e la stessa cosa facciano i sostenitori di discipline più "nobili" e meno considerate dai media: nessuno sport sulla faccia della terra emoziona, appassiona e fa discutere come il calcio.
E nessun gioco al mondo ha ispirato altrettanti modi di riprodurne le dinamiche e il divertimento nel chiuso di quattro mura. Si spiega così il successo pluridecennale del Subbuteo, che dopo un periodo di appannamento è prepotentemente tornato in auge, a dispetto dei videogiochi e delle varie simulazioni elettroniche.
Sarebbe riduttivo individuare le ragioni di questo ritorno di fiamma alla nostalgia canaglia dei ragazzini di un tempo, cresciuti con le radiocronache della domenica pomeriggio, i pittoreschi inviati di Paolo Valenti e l'inarrivabile guasconeria di Beppe Viola alla Domenica Sportiva. Ma è come se l'immersione totale nella virtualità della rete e il paradosso di esistenze sempre più "connesse" ma, di fatto, sempre più solitarie (è il tema di Medianeras, una deliziosa commedia argentina attualmente in programmazione nei cinema italiani), avesse fatto nascere per contrappasso il desiderio di recuperare la manualità, la vicinanza degli altri, la condivisione del divertimento, staccando gli occhi dagli schermi di smartphone e computer.
Tornerà allora utilissima la lettura de Il manuale del Subbuteo, in cui un ragazzo degli Anni Settanta, il ferrarese (e spallino) Nicola Deleonardis (edtore FAG, pagine 240, € 29,90), ha saputo condensare la storia del gioco, l'evoluzione delle regole e delle tattiche, senza trascurare l'aspetto artigianale della faccenda, dalla costruzione dello stadio alla pittura delle miniature, dalla scelta dei colori e degli smalti all'uso dei pennelli, degli sgrassatori e dei taglierini.
Viene voglia di mettersi subito al lavoro. Con un consiglio ai papà, che rubiamo dalla prefazione di Riccardo Cucchi: "Giocateci con i vostri figli, provate ad allontanarli dal pc. Scopriranno la verità di una sfida reale, in cui sarà l'abilità manuale del giocatore ad avere la meglio. (...) Ma soprattutto scoprirete quanto sia piacevole ed educativo giocare con i vostri ragazzi".
Valerio Rosa