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Perché il Napoli non vuole vendere Raspadori
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PERCHÉ IL NAPOLI NON VUOLE VENDERE RASPADORI - Nonostante il poco utilizzo, però, Antonio Conte ha già fatto capire di non volersi privare di Raspadori a gennaio. L’ha detto chiaramente, nella conferenza stampa alla vigilia della partita di campionato contro il Torino: “Per Jack vale il discorso per gli altri; è un giocatore importante, forte, io ho intenzione di rinforzare il Napoli e non indebolirlo, questo deve essere chiaro a tutti per il presente e per il futuro. Partecipiamo solo al campionato ed i ragazzi non hanno possibilità di altri sfoghi in altre competizioni, se hai solo la Coppa Italia sporadicamente è difficile dare minutaggio anche se poi vedi Raspadori dopo i titolari è forse quello più utilizzato rispetto agli altri. Sta crescendo, ho un'idea mia su Giacomo e sono molto contento. Quando hai questa classifica non significa che hanno contribuito solo i titolari, ma di un gruppo che sta lavorando e tutti vanno nella stessa direzione. Non sarò così stupido da lasciar andare giocatori che ritengo forti”.
L’OFFERTA DELL’ATALANTA PER RASPADORI - Conte quindi ha posto un veto sulla cessione di Raspadori, così come fatto in estate per Kvaratskhelia, Di Lorenzo, Anguissa e proprio con Jack. All’ex attaccante del Sassuolo aveva pensato la Juventus che cercava un giocatore con le sue caratteristiche, ma il club che aveva fatto un’offerta concreta è stata l’Atalanta: penultimo giorno di mercato, i nerazzurri si presentano con una proposta da circa 30 milioni sul tavolo del Napoli. Cercano il colpo a effetto, ma non riesce: De Laurentiis scuote la testa, non se ne parla. Nessun rilancio il giorno dopo, l’Atalanta molla la presa e Raspadori resta al Napoli. Con Conte. Che ora vuole tenerselo stretto.