Peluso, Zuckerberg del calcio
Uno spogliatoio aperto a 3.500 calciatori professionisti di tutt'Italia. E' l'idea realizzata da Federico Peluso, il terzino dell'Atalanta, tra le rivelazioni del campionato appena concluso, ora obiettivo di alcuni club di prima fascia. Dopo aver fermato gli attaccanti avversari e macinato chilometri sulla fascia, il difensore romano, 28 anni, si è messo in testa di unire Serie A, B, Prima e Seconda Divisione con un progetto da Silicon Valley dei prati: un sito internet on line da tre settimane - si chiama soccerplanet. it - che permette ai calciatori professionisti di scambiarsi informazioni utili alla loro vita fuori dal campo.
"Mi è venuto in mente di fare una cosa del genere - racconta Peluso - quando sono arrivato all'Atalanta tre anni fa. Ho comprato casa a Bergamo anche per fare un investimento. Ma poi ho pensato che noi calciatori cambiano spesso città e sarebbe stato ideale creare un circuito che ci aiuti nella prima esigenza quando si trasloca: trovare un appartamento nella nuova sistemazione. Ho pensato a uno strumento che permetta a ex compagni o calciatori di squadre diverse di rimanere in contatto per agevolare questa operazione".
E così Federico ha iniziato a mettere in cantiere la sua versione di Facebook con i tacchetti, rinviata di qualche anno per la nascita di Michele, il secondo figlio dopo la primogenita Viola. "Ma adesso va iniziato ad andare all'asilo, la mattina sono più libero e posso dedicarmi al sito". Così nelle scorse settimane sono partiti gli inviti via mail a tutti i calciatori professionisti dalla A alla Lega Pro che possono accedere con login e password: per ora ha risposto circa il 15 per cento. Anche gli ex giocatori potranno partecipare allo scambio di informazioni telematiche inviando una mail di richiesta con i dati necessari a ricostruire il loro passato di giocatori. E tra qualche settimana sarà on line una bacheca pubblica per tifosi e giornalisti sportivi.
Ad aiutare Peluso ci sono la moglie Sara, il compagno di squadra Giorgio Frezzolini e un gruppo di 5-6 esperti di informatica: "La nostra intenzione è offrire servizi a 360°. Dalla possibilità di vendere macchine, orologi e moto, oltre alla case. A quella di trovare facilmente babysitter per i bambini o conoscere le iniziative programmate dalle Onlus benefiche che ormai molti calciatori hanno fondato". Qualcuno ha iniziato a descriverlo come il Mark Zuckerberg del calcio. E inevitabili sono partiti gli implacabili sfottò che imperversano negli spogliatoi calcistici, più piccoli e feroci dello "spogliatoio on line" creato da Peluso. Il diretto interessato si diverte: "Qualche giorno fa mi ha chiamato un mio ex compagno della Pro Vercelli per dirmi che non si sarebbe mai aspettato che un ignorante come me fosse in grado di mettere in piedi un progetto così. Sono frasi che fanno piacere. Scherzi a parte, a 18 anni faticavo a esprimermi per la timidezza. Ma col tempo si cresce".
In parte è anche merito del dna imprenditoriale della famiglia Peluso. Il nonno Riccardo aveva fondato un'impresa dolciaria molto apprezzata Roma: forniva brioche e torte a numerose pasticcerie della Capitale ed era stato tra i primi a inventare l'appuntamento con i cornetti di notte, immancabile ultima tappa del girovagare di chi ama tirar tardi. "Sì, magari nei geni è rimasto qualcosa. Anche se mi sono buttato in un settore un po' diverso. Ma noi calciatori siamo obbligati a pensare al dopo perché non giocheremo per sempre". Anche quando hai 28 anni e hai appena concluso la stagione migliore della carriera.