Con l'uscita di scena di Pirlo (negli USA) e di Tevez (in Argentina), la Juventus si ritrova, momentaneamente, senza un campione con la maglia numero 10 (Andrea l'aveva indossata in precedenti esperienze). Nel libro dei sogni ci sono Jovetic e Oscar, ad esempio... Avrei, a questo punto, una proposta da fare alla società bianconera: dare il dieci a Claudio Marchisio, il giocatore chiamato, in caso di mercato chiuso, come annunciato da Beppe Marotta, a prendere in mano le redini della regia, del gioco, del collettivo. Il campione torinese ha già rivestito, con sapienza e talento, questi panni: il suo destino, tecnico e tattico, pare segnato. Di fronte a simile evenienza, diamogli, come segno tangibile di stima e affetto, la 10, la maglia del mito. Soltanto la storia juventina è stracolma di assi che hanno onorato questa casacca: da Boniperti al rebelde Omar Sivori, da Michel Platini e Roberto Baggio, per arrivare ai tempi d'oggi con Alex Del Piero e Tevez. Ma vogliamo parlare di Rivera, Zico, dell'immenso Maradona, del breriano abatino Rivera, di Luisito Suarez, senza scomodare O Rei Pelé? Dieci diversi tra di loro, ma con una caratteristica: saper capovolgere, con un guizzo, con una pennellata, con un colpo d'autore, il senso di una partita. Quel gol impossibile, quella punizione diabolica, quell'assist magistrale: il 10 inventa, illumina, stravolge. E non è facile portare quel numero. Parlatene con Magrin che arrivò dopo Michel Platini: venne travolto e stravolto da troppa gloria. E quando Giovanni Trapattoni affidò per un match la maglia magica a Roberto Tavola, l'umile mediano provò un senso di vertigine. E non portò a termine il delicato compito. Certo, oggi il numero è diventato un "brand". Difficilmente un calciatore popolare rinuncerebbe alla sua maglia di sempre. Ma quel "dieci", secondo me, potrebbe portare Claudio Marchisio a dire sì. Certo, me ne rendo conto, è un discorso sul filo di un romanticismo d'altri tempi. Ma il calcio, per me, continua a essere questo: poesia e utopia. Appartengo a una generazione che ha avuto la fortuna di vedere all'opera tanti dieci (di ogni tipo: Vendrame, Antognoni, Zaccarelli, Dossena, Cinesinho...): e quel numero aveva sempre un fascino, una valenza, anche quando finiva su spalle sbagliate o fragili. Marchisio lo porterebbe con classe ed eleganza. Con passione e determinazione. E voi, cosa ne pensate?