Pastorin: Napoli, che autogol con Sarri!
Al presidente De Laurentiis vorrei parlare di Gaetano Scirea. Sì, proprio dell'indimenticabile libero e gentiluomo, un fuoriclasse sul campo e nella quotidianità. Ancora oggi rimpiango la sua amicizia, il suo esempio, la sua lealtà. Il suo sorriso leggero.
All'apice della gloria, quando Gaetano vinceva con la Juventus ed era uno dei campioni del mondo in Spagna nell'82, ai tempi in cui i calciatori avevamo come unico filtro la segreteria telefonica del telefono fisso di casa, l'asso bianconero dava retta a tutti. Senza fare nessuna differenza. Potevi chiamarlo anche di notte. E potevi essere la firma da prima pagina, l'editorialista del New Yorker o il ragazzino della radio privata di quartiere. Lui, Gaetano Scirea, trattava tutti allo stesso modo. Senza fare differenze. Rispondeva a ogni domanda: curiosità, memorie, aneddoti; parlava della propria filosofia di vita, dell'ultimo libro letto, del film visto, di quell'avversario, di quella partita disputata o da disputare. Perché aveva rispetto di tutti e tutto e capiva il lavoro del giornalista.
Ho seguito, da inviato speciale di Tuttosport, l'epopea maradoniana, innamorandomi follemente di Napoli, che è per me una città mondo, la più sudamericana delle piazze italiane: mi ricordava la Rio della mia infanzia. Il Napoli, proprio con De Laurentiis, sta pensando in grande, per poter, prima o poi, recuperare i fasti del passato. Ma l'autorete della conferenza stampa non è da club di valore e di prestigio. Per rimediare e scusarsi, comunque, c'è sempre tempo.
Darwin Pastorin