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Papu Gomez positivo al doping: lo sciroppo, il Mondiale e l'ipotesi ritiro
SCIROPPO E MONDIALE - Tutto nasce da una leggerezza commessa da Gomez. Dopo una notte con la tosse, decise di prendere uno sciroppo del figlio senza aver però prima consultato il medico del Siviglia e senza rendersi conto che conteneva una sostanza proibita. All'arrivo al campo, un test antidoping a sorpresa, con la conseguente positività, comunicata di lì a poco, prima che si concludesse il Mondiale giocato, e vinto, dal Papu con la maglia dell'Argentina. Nei mesi successivi dalla Federcalcio spagnola non sono arrivate nuove comunicazioni, nemmeno quando, a fine agosto, il classe '88 e il club andaluso hanno deciso di rescindere il contratto che li legava.
TRA MONZA E RITIRO - Fin dai primi di settembre, sono cominciate così le voci sul futuro di Gomez, tra la corte dell'Arabia Saudita e l'interesse del Monza. La grande insistenza di Adriano Galliani ha convinto il Papu a tornare in Serie A, nonostante qualche dubbio iniziale da parte del giocatore legato, anche, al procedimento in corso in Spagna. Al momento della trattativa coi brianzoli, l'argentino e i suoi agenti hanno informato subito il club della situazione, ricevendo in cambio sostegno e appoggio, sia morale che legale. Una fiducia confermata anche una volta ricevuta la notifica sulla squalifica di Gomez e annunciata tramite un comunicato ufficiale. Il Monza, Papu e tutto il suo entourage sono convinti di riuscire a convincere la Federazione a ridurre la squalifica, ma se così non fosse c'è un'ipotesi che prende sempre più corpo: quella del ritiro. Se venisse confermata la sentenza, infatti, l'ex capitano dell'Atalanta potrebbe tornare in campo a 37 anni, dopo due di inattività. Una situazione difficile da immaginare e ancor di più da realizzare.