Palermomania: tutti i motivi che hanno portato ad un finale già scritto
Ma perché si è arrivati a questa decisione? Semplicemente, per una divergenza di vedute. La nuova proprietà, d'accordo con la gestione Mirri, ha optato per una partenza soft "di assestamento" con l'obiettivo di una salvezza tranquilla e senza proclami di immediata promozione, per farlo alla successiva. Esattamente il contrario di quanto immaginato dal mister toscano, proiettato ad ottenere quello che più o meno vent'anni fa (era il 2003 per l'esattezza) gli avevano scippato, ovvero la possibilità di conquistare la A in Sicilia.
A proposito di conferenza, l'ormai ex tecnico si è premurato di spiegare tutto a poche ore dall'ufficialità: "Abbiamo vinto i playoff perché eravamo il gruppo più forte, non la squadra più forte. E quel gruppo ora non c'è più. Non accuso nessuno, io il Palermo lo ringrazio per avermi fatto allenare in questa città e avermi fatto vivere grandi emozioni. Adesso sono sereno, mi sono tolto un peso". Insieme a lui l'altro dimissionario, Castagnini: "In realtà io e Silvio non ci sentivamo al centro del progetto. Lo sapevamo ma ci abbiamo provato, evidentemente non ci siamo riusciti. Abbiamo perso il gruppo e la forza che ci ha portato al successo. E per questo andiamo via".
Il problema sarà adesso ricostruire quanto di buono fatto in questi mesi, soprattutto in termini di entusiasmo: dalla cavalcata culminata nell'inattesa promozione in B, fino all'arrivo del City Group. Un'onda di emozioni che ha spinto il popolo palermitano a riavvicinarsi alla squadra e allo stadio, uno shock che arriva nel bel mezzo della campagna abbonamenti. Servirà un altro fulmine (questa volta positivo) per dimenticare la tempesta delle ultime ore: da Ranieri a Corini, i primi nomi che circolano stimolano e ricordano un passato glorioso. Ma accetteranno un campionato già annunciato come "di transizione"?