Palermo-Napoli, l'analisi di Katia Serra: 'Benitez, perché Gabbiadini in panca?'
Parlare di tattica diventa quasi inutile quando la differenza è nell'atteggiamento con cui viene portata avanti ogni azione, difensiva offensiva che sia. Napoli con il consueto 4-2-3-1 con Gabbiadini che parte dalla panchina. L'emergenza in difesa porta il Palermo a sistemarsi con il 4-3-2-1 con la coppia Quaison e Vasquez alle spalle dell'argentino Dybala. Prima stagionale con la difesa a quattro. I ragazzi di Iachini mettono pressione sul portatore di palla,soprattutto nel primo tempo, con una determinazione bella da vedere quanto efficace. Maggio o Albiol subiscono il costante pressing ultra offensivo di Vasquez, Barreto Dybala o Lazaar a seconda che il pallone sia centrale o laterale. Così, il Napoli fatica a trovare i suoi centrocampisti ed è obbligato a giocare in orizzontale con il il giro palla tra i difensori.
È solo grazie allo smarcamento senza palla di Hamsik che sporadicamente i partenopei trovano qualche giocata in verticale, con Callejon e De Guzman fuori dal gioco. Va sottolineato che sono i costanti raddoppi e i tanti uomini che i siciliani riescono a portare in zona palla a creare difficoltà agli azzurri, incapaci di sfruttare il lato opposto, lasciato scoperto. Mancano i repentini cambi di gioco e la prevedibilità avvantaggia la fase difensiva del Palermo che con i suoi scivolamenti laterali non concede profondità sulle corsie esterne e la densità centrale limita le palle filtranti. Prezioso l'apporto di Rigoni, che scherma Higuain andando al raddoppio con il proprio difensore centrale. Così il Pipita ha faticato non poco a ricevere palle giocabili. Inoltre, sia Lazaar che Rispoli vanno a pressare altissimi costringendo in particolare Strinic a perdere numerosi palloni in uscita. L'equilibrio iniziale è stato spezzato da un plateale errore di Rafael, beffato dalla lunghissima distanza da Lazaar. Questo però non giustifica il risultato finale e la passività degli uomini di Benitez, privi di determinazione e poco propensi agli smarcamenti per dare velocità alle proprie azioni. Squadra che non ha avuto quella reazione caratteriale da grande squadra per provare a raddrizzare la gara. Una costante dei padroni di casa è stata l'ottima velocità nelle ripartenze, la chiarezza di idee con cui sviluppano le proiezioni offensive, i tanti uomini che partecipano alle azioni gol e, fondamentale, l'atteggiamento negli uno contro uno, come si è visto anche sul secondo e terzo gol.
Anche se di spalle, Quaison e Dybala provano sempre di vincere il duello e girarsi per poi puntare. È da questa intraprendenza e coraggio, oltre alla convinzione dei propri mezzi tecnici che nascono le azioni migliori del Palermo, che ha poi nella velocità delle ripartenze e il costante rimorchio di almeno un centrocampista una caratteristica nota. Napoli che ha provato a mescolare le carte con i cambi e muovendo più volte gli uomini sul campo: Gabbiadini è stato inserito alle spalle di Higuain, si è spostato a sinistra e ha finito a destra, confermando la confidenza con il gol: terzo centro consecutivo. Perché non è stato schierato tra i titolari? Nel secondo tempo il Palermo ha abbassato il baricentro, non concedendo profondità e continuando a fare molta densità centrale con buona aggressività. Ha terminato con un 4-4-2 in cui i subentrati hanno consentito di mantenere il giusto equilibrio, continuando a tenere la linea di difesa pronta a giocare d'anticipo e, muovendosi con sincronia, ha messo più volte in fuorigioco gli avversari.
Una nota di colore: una squadra che oltre a vincere, convince e diverte, meriterebbe una affluenza di pubblico superiore. Iachini e i suoi uomini se lo stanno guadagnando.Katia Serra