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  • Oristanio a CM: “In Olanda per sbagliare e crescere. Squadre B? Le opportunità bisogna crearsele da soli”

    Oristanio a CM: “In Olanda per sbagliare e crescere. Squadre B? Le opportunità bisogna crearsele da soli”

    • Alessandro De Felice
    Riavvolgendo il nastro, quella che oggi è stata evidentemente la scelta più giusta a soli diciotto anni è pur sempre difficile. Dopo aver lasciato casa e gli affetti, Gaetano Oristanio ha deciso di mettersi in gioco lontano dall’Italia per completare il percorso di crescita e spiccare il volo. Via da Milano e dal Belpaese per trasferirsi in Olanda, al Volendam, cittadina di poco più di 20 mila abitanti a circa 20 chilometri a nord-est di Amsterdam. Lì, il classe 2002 ha completato la sua formazione come calciatore e come uomo, misurandosi con i ‘grandi’ dopo le esperienze nelle giovanili dell’Inter. Un’avventura che lo stesso attaccante del Venezia ricorda con grande orgoglio.
    Perché hai scelto di andare all’estero?

    “Una scelta presa con l’Inter e sono molto contento perché è un’esperienza di vita, che ti fa crescere, non solo dal punto di vista calcistico ma anche umano. Ti affacci su una nuova cultura, un nuovo modo di pensare. Ci sono molte differenza rispetto all’Italia. Ho avuto modo di sbagliare, di crescere. La società del Volendam mi ha aiutato in questo.  Mi sento cresciuto soprattuto grazie a quell’esperienza. Posso dire che è un consiglio che do anche ad altri giovani che escono dalle Primavere di affacciarsi su un campionato straniero come quello olandese ”.

    Se avessi avuto la possibilità della squadra B in Lega Pro, avresti fatto comunque questa scelta?

    “Le opportunità bisogna crearsele da soli. Sicuramente in alcuni posti hai più modo di sbagliare quindi hai più tempo per imparare. Poi sta a te, far parlare il campo, il lavoro e quello che fai durante la settimana. Se dai al calcio, il calcio dà a te”.

    Come pensi che quell’esperienza abbia contribuito alla tua crescita e perché tanti italiani come te (Gabbia, Lucca, Calafiori) hanno deciso di andare all’estero?

    “Hai più modo di sbagliare, ti affacci ad un altro calcio, Meno difensivo. Sei molto più libero di fare giocate, dribbling. Il calcio italiano molto difficile. La Serie A è uno dei campionati più belli e difficili europei. Devi arrivarci pronto”.

    Cosa ti porti dall’esperienza in Olanda?

    “L’olandese è molto difficile, devo essere onesto (nda, ride). Ho imparato l’inglese perché avevo bisogno di comunicare. È una cosa molto importante non solo per il calcio ma per il mio futuro”. 

    Differenze tra Italia e Olanda nel calcio?

    “Ho avuto modo di sbagliare. Il primo anno non ero pronto. Sono arrivato in Olanda dopo aver appena compiuto 18 anni. Ero molto giovane. Quello olandese è un calcio adulto, non facile. Però con il lavoro, la dedizione, l’ambiente e le persone giuste puoi crescere”.

    @aledefelice24

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