Oristanio a CM: “Gli allenamenti con l'Inter di Conte? Intensità e qualità. Eriksen umile, Mancini consigliò…”
Via da casa per inseguire íl sogno di una vita. Quel fuoco dentro che brucia sin da bambino e che ti porta a lasciare famiglia, amici e luoghi cari per catapultarsi in una realtà completamente diversa e iniziare un nuovo percorso. Oggi, a nove anni di distanza e con una maturità da uomo nonostante i 22 anni sulla carta d’identità, Gaetano Oristanio si guarda indietro con orgoglio e racconta con grande consapevolezza la decisione di salutare Vallo della Lucania e trasferirsi a Milano accettando il corteggiamento dell’Inter, che in lui ci aveva visto lungo e aveva deciso di puntare sul gioiello campano classe 2002.
Non un traguardo ma un nuovo punto di partenza fino alla Serie A, passando per tutta la trafila in nerazzurro, lo stage con la Nazionale di Mancini e gli allenamenti in prima squadra agli ordini di Antonio Conte e accanto a campioni del calibro di Lautaro, Lukaku e Christian Eriksen, uno con il quale Oristanio ha instaurato un rapporto speciale.
Cosa ti ha spinto a scegliere l'Inter nonostante le altre offerte da club importanti come Juventus e Roma?
“È stata una scelta molto difficile perché ero veramente molto piccolo. A 13 anni ho lasciato casa per andare a Milano e sicuramente non è una scelta facile. Senza famiglia, senza amici. Ho trovato un ambiente bellissimo. Ringrazio l’Inter perché mi ha cresciuto sia come persona che come calciatore. La famiglia aiuta nel prendere questa decisione perché è una scelta importante di vita. Al giorno d’oggi mi sento molto maturo per l’età che ho e vuol dire che è stata una decisione giusta”.
Cosa ricordi degli allenamenti in prima squadra con l’Inter di Conte?
“Ricordo l’intensità degli allenamenti, che non avevo mai visto prima. E la qualità dei calciatori era altissima. Le prime cose che mi sono saltate all’occhio sono state proprio queste”.
Il tuo rapporto con Eriksen?
“Mi ha impressionato per la sua umiltà. Un ragazzo gentilissimo e sempre disponibile verso i giovani. Mi ha aiutato non solo in campo ma anche fuori. Sempre una parolina di conforto o un consiglio perché ero un ragazzino di 16/17 anni alle prime esperienze tra i grandi, che sono sempre molto difficili. In queste situazioni una persona che ti aiuta, anche solo con una parolina in più, può far piacere e tranquillizzare il giovane”.
Mancini ti ha convocato per lo stage a Converciano…
“Durante lo stage a Coverciano, che è stato bellissimo con tantissimi giovani di grandissimo livello in cui mi sono confrontato con altri giovani molto forti. Il suo primo consiglio è stato di giocare liberi e senza pensieri e abbiamo portato in campo questo”.
Non un traguardo ma un nuovo punto di partenza fino alla Serie A, passando per tutta la trafila in nerazzurro, lo stage con la Nazionale di Mancini e gli allenamenti in prima squadra agli ordini di Antonio Conte e accanto a campioni del calibro di Lautaro, Lukaku e Christian Eriksen, uno con il quale Oristanio ha instaurato un rapporto speciale.
Cosa ti ha spinto a scegliere l'Inter nonostante le altre offerte da club importanti come Juventus e Roma?
“È stata una scelta molto difficile perché ero veramente molto piccolo. A 13 anni ho lasciato casa per andare a Milano e sicuramente non è una scelta facile. Senza famiglia, senza amici. Ho trovato un ambiente bellissimo. Ringrazio l’Inter perché mi ha cresciuto sia come persona che come calciatore. La famiglia aiuta nel prendere questa decisione perché è una scelta importante di vita. Al giorno d’oggi mi sento molto maturo per l’età che ho e vuol dire che è stata una decisione giusta”.
Cosa ricordi degli allenamenti in prima squadra con l’Inter di Conte?
“Ricordo l’intensità degli allenamenti, che non avevo mai visto prima. E la qualità dei calciatori era altissima. Le prime cose che mi sono saltate all’occhio sono state proprio queste”.
Il tuo rapporto con Eriksen?
“Mi ha impressionato per la sua umiltà. Un ragazzo gentilissimo e sempre disponibile verso i giovani. Mi ha aiutato non solo in campo ma anche fuori. Sempre una parolina di conforto o un consiglio perché ero un ragazzino di 16/17 anni alle prime esperienze tra i grandi, che sono sempre molto difficili. In queste situazioni una persona che ti aiuta, anche solo con una parolina in più, può far piacere e tranquillizzare il giovane”.
Mancini ti ha convocato per lo stage a Converciano…
“Durante lo stage a Coverciano, che è stato bellissimo con tantissimi giovani di grandissimo livello in cui mi sono confrontato con altri giovani molto forti. Il suo primo consiglio è stato di giocare liberi e senza pensieri e abbiamo portato in campo questo”.