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    Nervosismi, la Juve e le perplessità del club. Perché è finita fra la Fiorentina e Bonaventura

    Nervosismi, la Juve e le perplessità del club. Perché è finita fra la Fiorentina e Bonaventura

    • Filippo Caroli
    Siamo certi che una lacrimuccia gli scenderà se mai gli capiterà di ripassare davanti al Viola Park a Bagno a Ripoli. Perché l’avventura di Giacomo Bonaventura alla Fiorentina è stata una bellissima storia di quattro anni di un ragazzo arrivato un po’ per caso quando il compianto Raiola lo consigliò quasi casualmente a Pradè e che se ne va dopo aver scritto belle pagine di storia gigliata. È stata la stessa Fiorentina, con un post sui propri social network, ad ufficializzare l’addio col centrocampista di San Severino Marche che lascia Firenze alla naturale scadenza del contratto nonostante una stagione giocata su ottimi livelli. Una stagione in cui non sono mancate le discussioni fuori dal campo e ai tavoli di trattativa.

    SCRICCHIOLII – Quella appena trascorsa è stata una stagione in cui la Fiorentina era ben consapevole di dover gestire alcune situazioni estremamente spinose, una delle quali quella relativa proprio a Bonaventura che si avviava all’ultimo anno di contratto col club gigliato. Ed è stato chiaro fin da subito che la società dovesse mettersi al lavoro per non perdere quello che poi si è effettivamente confermato come uno degli elementi di maggior talento della rosa. Autentico trascinatore dei viola (soprattutto nei primi mesi della stagione in cui la Fiorentina stava letteralmente volando), dal suo entourage sono iniziati a filtrare segnali di nervosismo già dalle prime fasi della stagione.  
     
    PAZIENZA – Il motivo? I dialoghi per il rinnovo che con la società tardavano ad arrivare. Fiorentina che, dal canto suo, ha sempre fatto affidamento su una clausola presente sul contratto del ragazzo che avrebbe fatto scattare un rinnovo automatico al raggiungimento del 70% delle presenze. Ed è stato proprio questo il pomo della discordia che, alla fine, ha fatto saltare il banco. Bonaventura, alla luce delle ottime prestazioni, avrebbe voluto un rinnovo di contratto a prescindere dalla clausola (che poi effettivamente non è scattata).
     
    TELEFONI SPENTI - Di contro, il club ha sempre avuto qualche riserva sulla carta d’identità del giocatore e sulle sue garanzie fisiche e si è sempre detto disposto a sedersi al tavolo a parlare, ma offrendo cifre più basse rispetto a quelle percepite fino ad oggi dal giocatore (circa un milione e mezzo annuo). Uno stallo che ha portato ai primi strali arrivati da Enzo Raiola, procuratore del ragazzo, che a febbraio parlava così: “Della Fiorentina non ho voglia di parlarne, ci sono di mezzo situazioni che non sono molto chiare. Parliamo di persone un po' permalose sotto certi aspetti e quindi voglio evitare di parlare. Io sono sempre aperto al dialogo, il mio telefono è sempre acceso, gli altri stanno facendo altre riflessioni, penso solo che solo il mio sia acceso.”

    NERVOSISMI – Un malcontento generale che si è poi anche riflettuto sulle stesse prestazioni di Bonaventura che, in leggera flessione nei mesi invernali della stagione (guarda caso quelli in cui tutta la Fiorentina ha smesso di girare), è spesso apparso nervoso in campo e si è beccato un paio di ammonizioni gratuite per proteste, roba non da lui. In tutto questo a gennaio ha fatto capolino anche la Juventus, che lo reputava la pedina adatta per rinforzare la rosa in vista degli ultimi mesi della stagione. Allegri lo stima da tempo, Bonaventura non avrebbe detto di no a prescindere, ma il momento delicato della Fiorentina e il veto di Italiano hanno fatto sì che Jack rimanesse a Firenze in uno scenario però molto delicato.
     
    GAME OVER – Una parte della piazza non ha perdonato a Bonaventura la presunta intenzione di indossare la casacca degli odiati rivali, il club è rimasto fermo sulle proprie valutazioni relative al futuro del ragazzo. Eppure, proprio Enzo Raiola ai nostri microfoni qualche settimana fa raccontò di come si respirasse un certo ottimismo sulla possibilità di continuare insieme. Come leggere quelle parole? Come un tentativo di stanare la Fiorentina, un po’ come a dire: “Noi siamo qua pronti a dialogare. Volete privarvi di uno dei giocatori più forti della rosa? Allora la responsabilità dovete prendervela tutta voi”. E così è stato. Da domani Bonaventura sarà libero di firmare con chiunque riesca a convincerlo con Bologna, Monza e Como sulle sue tracce. Ma siamo sicuri che, quando ripasserà di fronte al Viola Park, la lacrimuccia scenderà lo stesso nonostante il finale agrodolce
     

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