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    Nel Milan di Fonseca nessuno è indispensabile: da Leao a Tomori, le scelte per le prossime partite

    Nel Milan di Fonseca nessuno è indispensabile: da Leao a Tomori, le scelte per le prossime partite

    • Alessandro Di Gioia
    Nel Milan di Paulo Fonseca non esistono calciatori indispensabili: la vittoria contro l'Udinese lo ha dimostrato a chiare lettere, non fossero bastate le eloquenti parole del tecnico portoghese nella conferenza stampa antecedente al match contro i friulani, nella quale ha limpidamente confermato che il nome dietro alla maglietta non conta assolutamente, quando deve effettuare le scelte di formazione o ancor più quando deve chiarire il suo pensiero in merito a un problema. Chi pensava scherzasse, è rimasto deluso: la dimostrazione più forte e tangibile è la panchina di Rafael Leao, il calciatore tecnicamente più dotato della rosa, che però non sta dando le adeguate risposte dal punto di vista della mentalità e del sacrificio.

    LA NUOVA STRADA - La partita ieri è finita con un successo, ma poteva anche terminare 1-1 e poco sarebbe cambiato: probabilmente gli strali dei critici non avrebbero dato tregua a Fonseca e gli stessi che oggi lo elogiano per la personalità, la leadership e la forza di volontà in merito alle decisioni prese gli sarebbero andati contro, ma quello che importa è che l'allenatore sta dettando una strada che dovrà per forza di cose essere seguita, a prescindere dai risultati. Ovvero, chi si impegna, corre e gioca per la squadra va in campo, gli altri stanno fuori.

    GLI ESCLUSI, IL SACRIFICIO E LO SPOGLIATOIO - Ieri il Milan è sceso in campo, oltre che privo di Leao, anche senza Tomori, Abraham e Loftus-Cheek per scelta tecnica, Theo Hernandez per squalifica. La squadra, nonostante sia rimasta in 10, non si è disunita e ha lottato con sacrificio per oltre 60 minuti, portando a casa un risultato preziosissimo. Un messaggio a chi pensava che Fonseca avesse lo spogliatoio contro, l'ennesimo esempio conclamato degli attributi dell'allenatore portoghese

    NESSUNO E' INTOCCABILE - "Il Milan è più importante di qualsiasi singolo calciatore. Non dobbiamo creare un caso intorno a Leao perché non esiste, non sarebbe strano vederlo in campo martedì". Il pensiero è chiaro e verrà ripetuto anche in occasione delle prossime gare, quando le scelte saranno reiterate in funzione del nuovo spirito che l'ex Roma vuole dare alla propria squadra. Qualcuno tra gli esclusi tornerà subito in campo, mentre altre decisioni prese ieri saranno confermate, già a partire dall'impegno casalingo di martedì, in Champions League contro il Bruges, per continuare in campionato con Bologna al Dall'Ara e Napoli a San Siro

    LE SCELTE PER LE PROSSIME PARTITE - Innanzitutto la partita contro i belgi, da non fallire assolutamente perché già fondamentale in chiave avventura europea, dopo gli zero punti ottenuti nelle prime due gare: a parte Tammy Abraham, che dovrebbe essere indisponibile dopo la distorsione alla spalla riportata ieri, Fonseca in Champions molto probabilmente riproporrà dal 1' coloro che sono stati fuori ieri, i quali però dovranno dare una risposta sul campo: dentro Tomori per uno tra Thiaw o Pavlovic, dentro Loftus-Cheek per Chukwueze, dentro Theo Hernandez per Terracciano e soprattutto dentro Leao per Okafor, considerando che l'esterno nigeriano e quello svizzero sono stati tra i migliori nel match vinto contro gli uomini di Runjaic.

    LA "DE-PIOLIZZAZIONE", IL PROCESSO E' INIZIATO - E Il concetto del "chi gioca merita", che dovrebbe essere basilare in ogni squadra di calcio al mondo, si era un po' perso negli ultimi anni in quel di Milanello, anche forse per una questione di "riconoscenza" da parte del precedente tecnico nei confronti degli eroi dello scudetto rossonero di tre stagioni fa: questo senso di intoccabilità ha spesso depotenziato i sostituti, che non venivano quasi mai premiati, anche in caso di prestazione positiva, e "rilassato" i cosiddetti titolari, che troppe volte si sono sentiti al sicuro anche dopo prestazioni scialbe e senza mordente. Quello che Fonseca ha tenuto a ribadire è che nel suo Milan sono tutti uguali e chi è più meritevole va in campo, si chiami esso Okafor o Leao. Valorizzare tutti i componenti per cementare la squadra, far capire a chi entra che può partire dal 1' e a chi parte dal 1' che se non rende sta fuori, eliminare le "elezioni" di nome. Un processo lungo e difficile, ma che è cominciato, e non si può fermare.

    @AleDigio89

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    Utente Cm 471287
    Utente Cm 471287

    Era ora che arrivasse uno che metta ordine nello spogliatoio... gli unici indispensabili sono Mik...

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