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Napoli non sogna più: vinciamo tutto
RIMPIANTI E STATISTICHE - E allora, la partita della manifestata snobbata fintamente un po' a destra e un po' a sinistra: coppetta, per qualcuno; tutto sommato Coppa vera, di quelle che il Napoli, macchina da gol e di gioco sin dall'arrivo del maestro con la tuta, avrebbe potuto puntare sin dall'edizione precedente. E invece, nada: fuori con l'Inter ancora ai quarti, nella notte delle polemiche e della lite Sarri-Mancini, e addio traguardo alla portata. Un po' quel che accadde in Europa League con l'appena discreto Villarreal: e in sintesi, nella stagione 2015-2016 agli azzurri non restarono che i complimenti e le statistiche (12 record di squadra in A e uno individuale, i 36 gol di Higuain).
PRIMO PASSO - Quest'anno, però, qualcosa è cambiato sul serio: la potenza realizzativa e il gioco sono addirittura migliorati, ma a colpire maggiormente sono quel pizzico di cinismo, di esperienza e capacità di soffrire che gradualmente il Napoli ha assimilato fino a diventare più cattivo. Finalmente cattivo, dal punto di vista di Sarri: ecco perché la partita di domani con la Fiorentina, in palla e da sempre avversario complesso per gli azzurri, sarà un crocevia fondamentale verso il primo trofeo di questa gestione. Sognare in Champions non costa nulla, anche se davanti ci sarà il Real e poi eventualmente altre grandi corazzate, e anche la caccia alla Juve e allo scudetto può proseguire con il giusto piglio, però a conti fatti la Coppa Italia sembra un obiettivo decisamente alla portata. Un primo passo verso un futuro sempre più ambizioso. Sottovalutarla sarebbe un grande peccato: vincere aiuta a vincere.