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    Napoli perfetto: batte l'Eintracht, ma avrebbe vinto anche a Manchester o Madrid

    Napoli perfetto: batte l'Eintracht, ma avrebbe vinto anche a Manchester o Madrid

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    In Europa come in Italia, forse persino meglio. Il Napoli è una squadra fenomenale, semplicemente perfetta. Vince a Francoforte in casa dell’Eintracht, ma giocando così avrebbe potuto vincere ovunque, a Monaco di Baviera come a Madrid e perché no, anche a Manchester e a Parigi o dove lo porterà il sorteggio per i quarti di finale, virtualmente già conquistati dopo l’andata in trasferta. Applausi. A novembre, alla sosta, il pensiero era: Spalletti saprà ricominciare bene allo stesso modo in cui ha interrotto? Siamo arrivati a fine febbraio e il Napoli oggi è persino migliore di allora. Scontato: se regge così fino a maggio, chi vuole la Champions deve fare i conti con la banda di Spalletti. Che squadra!

    Osimhen sublima il calcio di Spalletti, che è possesso ma anche ripartenza, che è forza unita a velocità, che è tecnica sommata all’ordine. Perché il Napoli, questo Napoli che va a Francoforte e impone il suo calcio, sarebbe forte anche con un altro centravanti, ma Osimhen lo rende perfetto, perché gli riescono i colpi che solo i veri campioni osano pensare. Che dire del rigore conquistato in quel modo? Era un pallone talmente perso, da fare sembrare tremendamente ingenuo il difensore, ma lui, gattone rapidissimo e scaltro, che pare impossibile sia tanto veloce con quelle leve lunghissime, in 4 metri ne recupera 2, chissà come fa, e l’altro si gira e lo scalcia.

    Un po’ come quando due domeniche fa a La Spezia aveva, con 4 passi furtivi, girato intorno alla difesa avversaria, per saltare esattamente là, dove sarebbe sceso il pallone, arrivando così, più in alto con la testa che il portiere Dragowski con le mani. E il gol alla Roma? Chi al mondo avrebbe anche solo pensato, in quella posizione, a stoppare il pallone col petto, controllarlo e calciarlo in un nano secondo? Solo un fenomeno.

    E Osi è il fenomeno in una squadra fenomenale. L’Eintracht parte fortissimo e magari Spalletti non se l’aspettava. Serve un quarto d’ora per capirci qualcosa, giusto il tempo perché Kolo Muani, capirà presto che non è la sua serata, spari un diagonale poco fuori la porta, ma soprattutto perché Lobotka accenda il motore e risistemi lo spartito. Aggressione risponde ad aggressione, uomo su uomo a tutto campo e i tedeschi spariscono. Arriva il rigore, che Kvara regala, ma Trapp è uno bravo. Poi il gol del vantaggio e un minuto dopo quello del raddoppio, vanificato solo dallo scivolone di un difensore, che manda Osimhen in fuorigioco. Lozano è imprendibile, non serve nemmeno il miglior Kvaratskhelia. Anguissa e Lobotka rubano e comandano e dirigono. La difesa è perfetta, Kim un affare esattamente come Kvara. Chi li ha scelti è stato bravissimo.

    La ripresa è insieme spettacolo e spreco, col Napoli che sbaglia il raddoppio almeno 2 volte in modo netto (imperdonabile Kvara), prima di trovarlo finalmente col sinistro di Di Lorenzo. L’Eintracht era in 10 già da 5 minuti, per l’espulsione proprio di Kolo Muani, reo di un fallo netto ma non cattivo, di quelli su cui quasi sempre il colore del cartellino è diverso, ma tant’è. Senza il francese, ma soprattutto con questo Napoli, al ritorno per l’Eintracht pare impossibile anche solo ipotizzare la rimonta. Il finale è accademia.
    @GianniVisnadi

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