Napoli, Mazzarri e il compromesso balordo del 4-3-3 di Spalletti (e Garcia)
I PROBLEMI CHE RACCOGLIE MAZZARRI - Cerchiamo di avere un approccio pratico, partiamo dai problemi che raccoglie Mazzarri dall’eredità di una transizione fallimentare come è stata quella da Spalletti a Garcia. Terminata la 12esima, bisogna giustificare una differenza di gol subiti fra l’anno scorso e quest’anno: allora erano solo 9, oggi sono già 13. A questa flessione come risponderà Mazzarri? Con quali strumenti ha risposto nella sua carriera di allenatore?
Analizzando i filmati delle partite precedenti, davanti a certi buchi, volete che non riemerga presto o tardi la tentazione della difesa a tre? Non c’è più Kim, forse serve l’uomo in più per arginare questo vulnus che ha aperto e indebolito la difesa scudettata.
Fosse solo quello. Un’altra questione è la prolificità, con Garcia il Napoli prendeva più gol ma ne segnava anche molti di meno. Di nuovo il confronto con la versione ultima di Spalletti è spietato: alla 12esima il suo Napoli aveva già realizzato 30 gol, non 24. Emblematico il fatto che questo Napoli di Garcia ha comunque il secondo miglior attacco della Serie A al momento. Ma l’Inter capolista ne ha già fatti 29, una cifra che, se rapportata a quella del Napoli di Spalletti, diventa subito altrettanto significativa: Mazzarri raccoglie un Napoli che non produce più da prima della classe. E non ci riesce più col 4-3-3, non perché ha cambiato sistema di gioco.
Anche qui allora la tentazione nella testa di Mazzarri sarà forte: tanto vale trovare un po’ più di equilibrio e attaccare con altre strutture.
CAMBIO MODULO ALL’ORIZZONTE? - Ecco perché un cambio di modulo all’orizzonte, magari con le dovute fasi intermedie di avvicinamento, sembrerebbe la soluzione più coerente, dato il tipo di allenatore che è stato scelto. Ma a quale prezzo? Inevitabilmente un titolare della formazione scudetto dovrà finire in panchina.
Prendiamo il Napoli storico di Mazzarri, quello dei tre tenori Cavani, Lavezzi e Hamsik. Poteva essere un 3-5-2 come un 3-4-2-1, a seconda dell’interpretazione più o meno offensiva dello slovacco. Zielinski potrebbe assumere questa funzione nel Napoli attuale?
Ci sarebbero un po’ di ritocchi da fare, perché Kvara lo puoi avvicinare alla punta, ma non certo spostare sul centrodestra in una sorta di 3-4-2-1 asimmetrico. Di conseguenza correrebbe il rischio di pestarsi i piedi col polacco tra le linee. Sarebbe Zielinski dunque la pedina da spostare sul centrodestra dello scacchiere, con conseguente riposizionamento di Anguissa (o Cajuste) sul centrosinistra. In ogni caso, con Zielinski in campo, finirebbe in panchina l’esterno di destra, vale a dire Politano.
Al contrario potrebbe finire in panchina Zielinski, qualora Mazzarri decidesse di mantenere vivo un tridente puro, supportato da un centrocampo a due. Allora non solo Politano potrebbe ambire ancora a un posto da titolare, ma lo stesso Lindstrom (nel 4-3-3 di Garcia completamente inefficace) potrebbe finalmente risolvere i suoi problemi di ambientamento.
Non è da escludere infine nemmeno l’opzione 3-4-1-2, che Mazzarri ha utilizzato come variante in diversi casi, ad esempio anche a Torino con Lukic trequartista. Sarebbe interessante a quel punto, vedere Kvara e Osimhen in queste posizioni intermedie, quasi in stile Gasp.