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    Napoli, la chiesa di Garcia è fuori dal villaggio: 'alibi' Champions, lo spettro di Spalletti e l'analogia con Sarri

    Napoli, la chiesa di Garcia è fuori dal villaggio: 'alibi' Champions, lo spettro di Spalletti e l'analogia con Sarri

    • Giovanni Annunziata
    È diventato subito di tendenza l'hashtag #GarciaOut. Non è scoccata la scintilla tra il tecnico francese e i tifosi del Napoli che non hanno apprezzato le prime uscite degli azzurri. Da campioni d'Italia in carica, infatti, ci si aspettava di più rispetto a quanto visto fino allo scorso sabato. Al centro dell'attenzione, in particolar modo le prestazioni deludenti contro Lazio e Genoa, che hanno portato un solo punto (a Marassi, di rimonta) e tanti dubbi legati al tipo di calcio offerto.

    DOPPIO CONFRONTO - Seppur si debba andare a riprendere quanto fatto nell'anno dello scudetto, è bene ricordare che un paragone troppo marcato con il Napoli di Luciano Spalletti sarebbe ingeneroso per chiunque. Perché quella squadra è stata una macchina perfetta, non a caso ha vinto con 16 punti di distacco uno scudetto che mancava ai piedi del Vesuvio da ben 33 anni. L'impatto di Spalletti è stato incredibile, infatti appena arrivato nel 2021 vinse le prime 8 partite di campionato e perse solo alla 13ª. L'anno scorso, invece, non è andata proprio così perché nelle prime quattro gare è riuscito a fare appena 8 punti, uno in più rispetto a Garcia. Nonostante ciò si vedeva qualcosa di importante all'orizzonte e forse è questa ad oggi la grande differenza tra i due allenatori, le famose vibrazioni che fanno sentire all'ambiente. C'è un altro confronto da dover fare, dato che il Napoli ha collezionato solo 7 punti ad oggi. Non andava così male dal lontano 2015, ben otto anni fa. Allora c'era Maurizio Sarri, alla sua prima stagione sulla panchina azzurra. L'aspetto positivo è che lì i punti erano 5, le critiche feroci e si chiedeva l'esordio del tecnico toscano. Al termine della stagione il Napoli arrivò secondo e ciò che ha dato Sarri nel triennio partenopeo è sotto gli occhi di tutti. 

    I PROBLEMI - Servirà del tempo probabilmente a Garcia, eppure i problemi oggi ci sono e vanno analizzati. A balzare immediatamente all'occhio è la statistica che riguarda il reparto difensivo. Già, perché il Napoli ha già incassato 5 gol e per vedere una partenza del genere per quanto riguarda le reti subite bisogna ritornare al 2019, sotto la guida Ancelotti. Dopo Koulibaly è arrivato Kim, ma il successore di Kim oggi si chiama Natan e in campo non si è mai visto. Un po' come l'attacco che sì, di gol ne ha fatti, ma dati alla mano sono sempre meno degli anni scorsi. Nelle ultime quattro stagioni il Napoli aveva sempre segnato almeno 10 gol nelle prime quattro giornate. Oggi ne sono "appena" 8, ma resta comunque una media di 2 a partita. Dunque, di qualità ce n'è. Il problema principale è dal punto di vista tattico e delle idee di gioco, dato che la squadra di Garcia fatica a rendersi seriamente pericolosa. Solo sprazzi improvvisi con i singoli bravi a venire fuori con dei guizzi. Poca coralità, poca luce nel momento in cui si prova a portare la palla nell'area avversaria. Per tornare in tema di confronti, sembra di vedere una squadra completamente diversa da quella salutata giusto tre mesi fa da Spalletti, fatta addirittura di calciatori differenti.

    PROBLEMI DI SPOGLIATOIO? - Può diventare preoccupante anche la situazione spogliatoio, perché Garcia non è entrato nella testa dei giocatori e sembra mancare anche il feeling con quelli che sono stati dei giocatori chiave. Da esempio la sostituzione di Kvaratskhelia contro il Genoa per mettere dentro Zerbin. Stupito il georgiano, a distanza gli diceva con evidenti gesti "Ma cosa fai?". Una reazione che mai si è vista in lui verso Spalletti. Sintomo, forse, di un rapporto ancora non decollato. E potrebbe non essere l'unico, perché Lobotka appare ridimensionato e Osimhen rischia di non segnare come lo scorso anno. Nel frattempo Garcia qualche responsabilità la scarica, perché ha parlato di condizione fisica da rivedere, di atteggiamento, di motivazioni della squadra, di una Champions in prospettiva che ha frenato anche Bayern e PSG. La chiesa, insomma, non è stata messa ancora al centro del villaggio, adesso bisogna compattarsi e trovare le soluzioni più semplici ed efficaci per iniziare a fare punti perché in campionato l'Inter scappa e la Champions non farà sconti a nessuno.

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