Redazione Calciomercato
Napoli, il problema non è sostituire Kvaratskhelia con Okafor: Conte aveva bisogno di un colpo a centrocampo
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Chissà quanti di noi vorrebbero essere in questo momento un insetto piccolo piccolo, capace di intrufolarsi nell'ufficio di Castel Volturno di Antonio Conte e, senza dare nell'occhio, carpire le sue emozioni e le sue reazioni ad una finestra invernale di calciomercato che in tanti – lui per primo – credevano che potesse essere molto diversa per la squadra che, classifica alla mano, è attualmente la principale candidata per la conquista dello Scudetto. Qui non si tratta di fare o evitare spoiler, perché lo stato d'animo dell'allenatore salentino è stato palesato a più riprese nel corso del mese di gennaio, in particolare a partire dal momento in cui si è deciso di acconsentire alla cessione di Kvicha Kvaratskhelia al Paris Saint-Germain. E sì, al 4 febbraio lo possiamo affermare con ragionevole certezza, Antonio Conte non è un uomo felice.
Non è semplice trovarsi “all'improvviso” con 70 milioni di euro tra le mani in una sessione di trattative della durata di un solo mese ed uscirne con la migliore soluzione possibile. Qui il problema è che sia il piano A che il piano B sono sfumati giusto il tempo di provare a realizzarli e sia il piano C (Saint-Maximin) che il piano D – poi concretizzato – di Okafor sono sembrati il frutto dell'improvvisazione più totale. Quella che, a fronte di una cessione tanto importante e certamente preventivata in quanto compensatrice rispetto alla mancata partenza in estate di Osimhen, nessuna avrebbe potuto immaginare in un club tanto importante. La storia del calciomercato insegna che la prima regola in questi casi è essersi già assicurati il sostituto o i sostituti prima di procedere all'ufficialità di una cessione, per evitare l'effetto gioco al rialzo.
Dunque tanti saluti a Garnacho prima e Adeyemi poi e nemmeno la strategia alternativa di dirottare gran parte dell'investimento su un difensore di livello e di prospettiva come il fiorentino Pietro Comuzzo è andata a buon fine. Antonio Conte è rimasto con un pugno di mosche in mano eppure, rosa alla mano e numero di impegni in vista – soprattutto in relazione al calendario della principale rivale per il titolo, l'Inter – l'organico a disposizione da qui a maggio è più che sufficiente per essere competitivi. In difesa, è sulla via del ritorno il grande colpo dell'estate Buongiorno, vicinp a ricomporre la coppia di metà stagione con Rrahmani e ripartendo dalle rassicurazioni fornite nelle ultime uscite di Juan Jesus. E in attacco, con Neres sempre più certezza a sinistra, Politano a destra e Lukaku riferimento centrale, l'abbondanza non manca, con Raspadori, Simeone, Ngonge e Okafor pronti a subentrare.
I veri dubbi, piuttosto, sono legati alla composizione di un centrocampo che, già ad agosto, all'infuori dei titolarissimi Anguissa-Lobotka-McTominay, può disporre per il solo campionato di un unico subentrante già pronto per l'uso come Gilmour, che da dicembre ad oggi ha collezionato complessivamente 11 minuti in appena quattro fugaci apparizioni. L'ex Lecce Hasa e l'oggetto misterioso Billing non sono considerabili come dei candidati ad entrare nelle rotazioni di Conte, che ha trascorso tutta questa finestra di mercato a sottolineare la necessità di puntare solamente su rinforzi pronti da subito e in grado di alzare il livello della rosa e non su giovani scommesse da crescere e lanciare nel tempo. Il Napoli non gioca le coppe e da qui a fine maggio sarà impegnato sull'unico fronte della Serie A, ma cosa succederebbe se uno qualunque dei componenti della linea mediana fosse costretto ad uno stop di lunga durata? Ecco, più che il successore di Kvara o il difensore centrale, il vero peccato della capolista, con un bottino di 70 milioni di euro, è proprio questo.
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Non è semplice trovarsi “all'improvviso” con 70 milioni di euro tra le mani in una sessione di trattative della durata di un solo mese ed uscirne con la migliore soluzione possibile. Qui il problema è che sia il piano A che il piano B sono sfumati giusto il tempo di provare a realizzarli e sia il piano C (Saint-Maximin) che il piano D – poi concretizzato – di Okafor sono sembrati il frutto dell'improvvisazione più totale. Quella che, a fronte di una cessione tanto importante e certamente preventivata in quanto compensatrice rispetto alla mancata partenza in estate di Osimhen, nessuna avrebbe potuto immaginare in un club tanto importante. La storia del calciomercato insegna che la prima regola in questi casi è essersi già assicurati il sostituto o i sostituti prima di procedere all'ufficialità di una cessione, per evitare l'effetto gioco al rialzo.
Dunque tanti saluti a Garnacho prima e Adeyemi poi e nemmeno la strategia alternativa di dirottare gran parte dell'investimento su un difensore di livello e di prospettiva come il fiorentino Pietro Comuzzo è andata a buon fine. Antonio Conte è rimasto con un pugno di mosche in mano eppure, rosa alla mano e numero di impegni in vista – soprattutto in relazione al calendario della principale rivale per il titolo, l'Inter – l'organico a disposizione da qui a maggio è più che sufficiente per essere competitivi. In difesa, è sulla via del ritorno il grande colpo dell'estate Buongiorno, vicinp a ricomporre la coppia di metà stagione con Rrahmani e ripartendo dalle rassicurazioni fornite nelle ultime uscite di Juan Jesus. E in attacco, con Neres sempre più certezza a sinistra, Politano a destra e Lukaku riferimento centrale, l'abbondanza non manca, con Raspadori, Simeone, Ngonge e Okafor pronti a subentrare.
I veri dubbi, piuttosto, sono legati alla composizione di un centrocampo che, già ad agosto, all'infuori dei titolarissimi Anguissa-Lobotka-McTominay, può disporre per il solo campionato di un unico subentrante già pronto per l'uso come Gilmour, che da dicembre ad oggi ha collezionato complessivamente 11 minuti in appena quattro fugaci apparizioni. L'ex Lecce Hasa e l'oggetto misterioso Billing non sono considerabili come dei candidati ad entrare nelle rotazioni di Conte, che ha trascorso tutta questa finestra di mercato a sottolineare la necessità di puntare solamente su rinforzi pronti da subito e in grado di alzare il livello della rosa e non su giovani scommesse da crescere e lanciare nel tempo. Il Napoli non gioca le coppe e da qui a fine maggio sarà impegnato sull'unico fronte della Serie A, ma cosa succederebbe se uno qualunque dei componenti della linea mediana fosse costretto ad uno stop di lunga durata? Ecco, più che il successore di Kvara o il difensore centrale, il vero peccato della capolista, con un bottino di 70 milioni di euro, è proprio questo.
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Commenti
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Francamente, mi sarei aspettato che Kvara venisse sostituito con un giocatore più "pronto all'uso...