
Napoli, Conte: "Contano i titoli. L'allenatore deve sentire ogni calo di tensione"
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Il PSG può vincere il campionato con sette giornate d'anticipo e senza aver perso ancora una partita. Per questo motivo L'Equipe ha intervistato Antonio Conte, attuale allenatore del Napoli, che nel 2012 vinse lo scudetto con la Juventus da imbattuto: ultimo a farlo in Italia. L'unica sconfitta arrivò in finale di Coppa Italia contro il Napoli: "Non perdere mai è inimagginabile e non si pianifica. Siamo andati anche in finale di Coppa Italia, dove abbiamo rimediato l'unico k.o. dell'anno".
LA CAVALCATA - "Quando ci siamo trovati in testa a me interessava lottare per lo scudetto e disturbare il più possibile il Milan. Erano campioni in carica e avevano squadra molto più forte della nostra. Erano i favoriti, con Ibrahimovic, Thiago Silva, Gattuso, Nesta, Robinho. Volevamo stare tra i primi tre, poi nell’ultima fase della stagione eravamo proprio dietro e l’obiettivo è diventata la vittoria. Non avevamo molto margine, eravamo super motivati e quindi siamo riusciti a non perdere".
ALLENATORE - "Non deve essere tranquillo, è il termometro della squadra. Deve sentire ogni calo di tensione, ogni calo di motivazione e trovare il modo di svegliare tutti e mantenere la concentrazione. Luis Enrique non ha bisogno dei miei consigli".
DIFFERENZE - "Il Psg, a differenza di noi all’epoca, gioca la Champions. C’è quest’altra competizione che che ti fa perdere energie. E che occuperà logicamente i pensieri dei giocatori una volta vinto il titolo in Francia. È inevitabile che entrino in gioco altri obiettivi perché la cosa più importante per i giocatori è vincere i titoli. Essere imbattuto è bello, rimane nella storia, ma prima di tutto sono i titoli che contano".
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