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Mourinho: 'Ho ricevuto l'offerta più pazza nella storia del calcio. Dalla Roma solo Friedkin mi può cacciare'
IL RINNOVO - "Parliamo di una situazione ipotetica e non mi piace parlare di questo. Se non è successo, non ti posso dare una risposta. Quello che posso dire è che tre mesi fa più o meno, parliamo del periodo di Budapest, c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. A Budapest, in campo, ho detto ai giocatori e allo staff che sarei rimasto, due-tre giorni dopo abbiamo giocato contro lo Spezia ed ero squalificato, torno in campo dopo la partita e ho detto ai tifosi che sarei rimasto. Due-tre giorni dopo, ho trovato il presidente Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sarei rimasto".
L'OFFERTONA - "Durante le vacanze, ho avuto la più importante e più pazza offerta di lavoro nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola ai miei giocatori, ai miei tifosi e al mio proprietario. Tre mesi dopo sembra che io sia un problema e non lo accetto, non leggo e non sento le tv, però ho amici, giocatori, collaboratori, gente che mi fa arrivare certe cose e non lo accetto".
IL PROBLEMA DELLA ROMA - "Non sono io il problema della Roma, la scadenza non mi interessa. Non lo accetto, io non sono il problema. Nel calcio e nella vita le cose sono multifattoriali: neanche nel momento della vittoria si può dire che il responsabile è quello lì, siamo tutti responsabili. C'è solo una persona che mi può dire che finisco prima del 30 giugno, è mister Friedkin. Se non me lo dice, io sono qui fino al 30 giugno, in scadenza o con dieci anni di contratto non mi cambia niente. Sono la stessa persona che ha dato la parola ai giocatori, ai tifosi e al mondo. La mia carriera è così, quando parlo io parlo al mondo, non solo a voi".
FRA MERCATO E CAMPO - "Pinto è stato qua i primi di settembre e ha fatto una buona spiegazione del mondo nel quale la Roma è obbligata a interpretare il FFP. Per avere questo non puoi avere quello. Devi prendere decisioni anche se sai che saranno rischiose. Ibanez non c'è più e neanche Kumbulla che lo scorso anno ci dava una mano a sopperire questa problematica. Senza Smalling siamo in 3 in un periodo dove si gioca tre partite a settimana, otto partite in poco tempo. l'infortunio di Llorente fa parte di lui, è la sua storia clinica e ci ha messo in difficoltà. Come dicevo prima però non è il momento di trovare alibi e di incolpare qualcuno perché non è colpa di nessuno. È conseguenza del FFP che è reale. Conoscevo questa situazione e sapevo che con il Genoa qualcuno poteva farsi male. Nel momento in cui abbiamo fatto gol e la squadra sembrava sviluppare in una direzione, è stata forzata a fare un cambio con Cristante che al momento è il giocatore che ci dà di più. Ha avuto una evoluzione fantastica a livello tecnico e tattico. Non è un genio con la palla ma è più sveglio e veloce. È fondamentale per noi. Quando è andato in difesa siamo peggiorati. Per giocare a 4, ci servirà Joao Costa titolare e sarà convocato. Non ti dico però se giochiamo a 4. Dybala non può giocare a destra in un sistema a 4. Dite che Dybala sembrava stanco giocando dentro al campo, immaginate se giocasse fuori. Non dovrei nemmeno parlare di questo con voi. Domani c'è una partita difficile con pressione extra e dobbiamo giocarla al massimo della nostra potenzialità. Mi aspetto di più dai giocatori e da me stesso perché sono molto esigente com me stesso ma me lo aspetto anche da loro. Ci alleniamo sulle palle inattive difensive. Non ho mai detto ai giocatori d'attacco di arretrare e lasciare Lukaku isolato. Mi aspetto di più da loro e da me stesso. Qualche volta dai giocatori senti di più o di meno, ma questi ragazzi sono miei amici. Siamo un bel gruppo e non c'è solo empatia di lavoro. C'è empatia fra di noi e questa è una base che non ha prezzo principalmente in questi momenti qua. La storia che l'allenatore è solo nei momenti difficili per me non è vero perché ho loro. A me piace stare solo, nascondermi nei miei pensieri e nella mia analisi mi paice isolarmi ma con questi giocatori non mi sono mai sentito da solo ma mi aspetto di più. Voglio vedere in campo le cose che prepariamo, una fame e una voglia diversa. La gente nuova crescerà più velocemente se gli facciamo vedere se siamo noi. Ndicka difensivamente non è all'altezza di Ibanez, non è un guerriero o un gladiatore ma è molto più bravo con la palla. Ci arriverà se gli facciamo vedere come si fa. Abbiamo avuto 7 calci d'angolo a favore nostro a Genova ma non abbiamo mai attaccato la palla. Dobbiamo migliorare per forza. Mi aspetto di più dai giocatori ed è più facile dire questo quando c'è amicizia".Vigilia di campionato per la Roma che deve riprendersi dalla brutta sconfitta contro il Genoa. Ecco le parole di Mourinho nel pieno della crisi del club".
FROSINONE E FISCHI - "Non ho paura della pressione esterna o domani dei fischi dello stadio: se mi cercano, mi trovano a Trigoria, che è dove vivo. Non c'è né paura, né mancanza di fiducia: l'unica cosa che pensiamo tutti è vincere domani contro il Frosinone. Vogliamo e dobbiamo vincere. Non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi nel senso di ritirare responsabilità di questa partita. Abbiamo avuto 3 partite prima della fine del mercato dove quell'unico punto ci ha lasciato in una situazione che a tanti giocatori ha lasciato un peso. Dopo l'Empoli e l'Europa League pensavo che quel pes fosse uscito ma non è successo. Il pareggio a Torino in condizioni normali, visto che in Serie A squadre potenzialmente inferiori sanno fare risultato contro le big, e quel punto lì è diventato negativo ma se arrivavi con 7 punti sarebbe stato positivo perché l'avversario era difficile. A Genova mi aspettavo continuità e miglioramento ma non è successo. In questo momento i giocatori più consistente ha giocato in difesa e poi quando siamo andati a 4 con Bryan e Ndicka che non hanno mai giocato a 4, la squadra ha perso stabilità. Pareggiamo ma era fuorigioco e sembrava potesse arrivare lo stesso. Poi arriva il terzo e fuori contesto anche il quarto. Poteva esserci anche il quinto ma erano fuori contesto. Dobbiamo avere il coraggio di entrare in camp e di accettare una reazione di grande romanismo che può essere un supporto fantastico o può essere una manifestazione di scontentezza. Dobbiamo avere il rispetto per queste manifestazioni, sia positiva che negativa. E dobbiamo avere il coraggio di giocare con una buona squadra. Sarà una partita doppiamente difficile perché abbiamo pressioni extra. Dobbiamo avere coraggio. Con due giorni per lavorare e recuperare dal risultato di Genova a domani, non c'è altro da fare che avere coraggio e personalità. Vorrei che la partita fosse oggi".